Il Comune di Terni denuncia un disavanzo di oltre tre milioni di euro e soffre anche per debiti fuori bilancio ammontanti ad oltre otto milioni che sono stati contratti con fornitori e società partecipate: è questo il passivo che dovà essere ripianato dall’Amministrazione di Palazzo Spada nell'ambito della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale annunciata nei giorni scorsi dal sindaco, Leopoldo Di Girolamo.
Le cifre in questione, in attesa della ricognizione completa da parte delle direzioni comunali, sono state ufficializzate oggi in una conferenza stampa dallo stesso sindaco, dall'assessore al Bilancio, Vittorio Piacenti d'Ubaldi, e dagli altri componenti della giunta. Nella delibera approvata dall'amministrazione ternana, in cui si propone al consiglio comunale l'avvio del percorso di riequilibrio, si specifica che la procedura (che in base al Testo unico degli enti locali, può durare massimo dieci anni) sarà quinquennale e non farà ricorso al Fondo di rotazione, che avrebbe obbligato il Comune ad applicare le tariffe massime dei servizi. “Ma noi non abbiamo intenzione di aumentare la tassazione locale – hanno sottolineato Di Girolamo e Piacenti D'Ubaldi – e vogliamo accelerare, per uscire quanto prima dalla rocedura”. Quest'ultima (che non prevede il blocco degli investimenti) dovrebbe essere pienamente operativa tra marzo e aprile prossimo, visto che dopo l'approvazione da parte del consiglio comunale, cui sarà proposta nella seduta del 18 ottobre, dovra' poi essere trasmessa alla sezione regionale della Corte dei conti e al ministero dell'Interno.
Palazzo Spada avrà poi 90 giorni di tempo per redigere il piano di riequilibrio finanziario. “In quel documento, in cui avremo i numeri definitivi dei debiti fuori bilancio, che comunque non ovrebbero discostarsi troppo da quelli finora emersi – ha specificato Piacenti D'Ubaldi – verrano elencate le misure operative scelte per risolvere i problemi strutturali, che andranno dalla riorganizzazione della macchina amministrativa alla revisione del rapporto con le partecipate. Tutte le risorse ecessarie – ha concluso- verranno comunque trovate all'interno dell'amministrazione”.