La vicenda relativa alla discarica di Colognola, oggetto di un secondo filone di inchiesta, questa volta in tema di appalti, con il coinvolgimento di un secondo funzionario comunale, continua a scuotere la vita politico-amministrativa di Gubbio.
Come riporta La Nazione, la situazione è oggetto di due note contrapposte diramate dall’amministrazione comunale e dal consigliere del centrodestra Francesco Gagliardi. «La nostra amministrazione – sottolinea la Giunta – ha sempre agito con la massima trasparenza, nel rispetto delle regole e delle procedure, utilizzando lo strumento delle gare come metodo costante: Non a caso, non appena ci sono state condizioni di chiarezza sulla vita della discarica e quindi della relativa gestione tecnica, nel 2015 si è proceduto ad una nuova gara».
Secondo l’esecutivo «ci si muove in contesti di complessità e delicatezza condizionati dalla mancanza di un riferimento fondamentale: il protrarsi da alcuni anni della gara che avrebbe dove to garantire una gestione unica del sistema dei rifiuti dell’Alta Umbria ha fortemente condizionato il quadro di riferimento generale, in termini di certezze e di tempistiche». Ricorda poi che la «parte politica e quella tecnica hanno ruoli e responsabilità diverse», non per «addossare presunte colpe», ma per. «definire con correttezza e precisione un quadro amministrativogestionale».. La nota conclude: «Non abbiamo alcun motivo di dubitare della correttezza etica e professionale del Settore Ambiente e dei tecnici esterni che si sono occupati e si occupano di questa materia». Da parte sua il consigliere del centrodestra eugubino Francesco Gagliardi definisce «un vero e proprio terremoto politico quello che si sta abbattendo sulla giunta Stirati… uno scandalo di enormi proporzioni che chiama in causa direttamente la politica di governo cittadino. Nel 2015 avevo chiesto l’azzeramento degli incarichi all’interno della discarica di Colognola a garanzia della comunità eugubina ed il sindaco ha fatto orecchie da mercante. Dopo tre anni, le indagini condotte dal Noe di Perugia sembrano dare ragione alle mie preoccupazioni, a suo tempo passate in sordina».