L’Associazione ternana di volontariato “i Pagliacci” durante la sua attività ha instaurato varie collaborazioni con diverse associazioni e aziende soprattutto nel periodo delle festività del Natale, in cui molte sono state le iniziative e le richieste di collaborazione.
Oggi, venerdì 8 gennaio, si chiude per l’associazione una preziosa collaborazione con la Ceplast S.p.A, una realtà aziendale del territorio ternano che da tempo ormai si impegna su più fronti per sentirsi parte attiva di missioni dal carattere umanitario.
“L’Azienda – si legge nella nota inviata dall’associazione benefica ternana – si prefigge l’identificazione di una “plastica” biodegradabile ottenuta da amido di mais, l’attenzione alle tematiche ambientali ed alle innovazioni richieste dal mercato, ha spinto a dirigere la produzione secondo linee guida volte ad ottenere prodotti completamente biodegradabili e compostabili e sull’abbattimento degli “scarti” di produzione e dando vita al primo impianto di rigenerazione volto al recupero totale degli sfridi di produzione.
Nel Marzo 2020 attraverso l’iniziativa “CeplastNonSiFerma” è stato donato all’azienda ospedaliera “Santa Maria” una barella di biocontenimento, con l’obiettivo di condividere con la nostra Città il nostro gesto ed il nostro messaggio.
Non occorre essere in tanti per realizzare un grande progetto, ma è necessaria la condivisione di una volontà e di un percorso comune, così oggi i dipendenti della Ceplast hanno deciso di scegliere i Pagliacci come destinatario della nuova azione e di dedicare all’Associazione la nuova missione, Ceplast e Pagliacci uniti per condividere un obiettivo unico , quello di portare sorrisi ai bambini in difficoltà ovunque ci sia bisogno di un sorriso” .
La donazione di 6100 ricevuta dall’Associazione sarà impiegata da I Pagliacci per donare strumenti diagnostici all’Azienda Ospedaliera, oltre a progettare nuove inziative per i bambini ricoverati. Il Presidente dell’Associazione, Alessandro Rossi, ha voluto ringraziare la Ceplast e tutti i suoi dipendenti, aggiungendo che “l’unione fa la differenza soprattutto in un tessuto sociale come quello attuale”.