“Non sono passate ventiquattrore dalla manifestazione indetta dal Sindacato di Polizia Penitenziaria SAPPE davanti al carcere di Spoleto per denunciare l’alta tensione nelle prigioni umbre che registriamo un nuovo atto di violenza contro i poliziotti, questa volta a Terni. Ieri mattina un detenuto, peraltro non nuovo ad episodi del genere (già commessi in altri penitenziari) ha aggredito tre agenti. Il fatto: l’addetto alla matricola si è recato in sezione per ascoltare una richiesta del detenuto che al diniego del poliziotto non ha esitato ad aggredirlo ed aggredire successivamente altri due colleghi accorsi in aiuto del primo. risultato un agente in ospedale refertato con 7 gg e altri due medicati in infermeria. Ai tre colleghi va la nostra totale solidarietà. Ma è del tutto evidente che questa ennesima aggressione ci preoccupa, anche perchè gli eventi critici nelle carceri umbre e italiane – aggressioni, atti di autolesionismo, risse, colluttazioni – sono purtroppo all’ordine del giorno e la tensione resta alta, a tutto discapito del nostro lavoro”.
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria, in relazione a quanto avvenuto ieri nel carcere di Terni.
“Queste sono le priorità penitenziarie umbre: il sovraffollamento e la carenza di poliziotti penitenziari. Altro che istituire il Garante dei detenuti come pensa di fare la Regione Umbria: il Garante ci vorrebbe, sì, ma per le persone oneste e per gli agenti di Polizia aggrediti! Ai detenuti delle carceri umbre e italiane sono assicurate e garantite ogni tipo di tutela, a cominciare dai diritti relati all’integrità fisica, alla salute mentale, alla tutela dei rapporti familiari e sociali, all’integrità morale e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impegnati tutti gli operatori penitenziari, la Magistratura ed in particolare quella di Sorveglianza, l’Avvocatura, le Associazioni di volontariato, i parlamentari ed i consiglieri regionali (che hanno libero accesso alle carceri), le cooperative, le comunità e tutte le realtà, che operano nel e sul territorio, legate alle marginalità. Particolarmente preziosa, in questo contesto, è anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Donne e uomini in divisa che rappresentano ogni giorno lo Stato nel difficile contesto penitenziario, nella prima linea delle sezioni detentive, con professionalità, senso del dovere, spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità. E che, come avvenuto ieri a Terni, sono anche vittime di gravi violenze in servizio.”