Camere di commercio in aiuto delle imprese in deficit di liquidità a causa dell’emergenza coronavirus. Sono già 34 gli enti camerali che hanno adottato provvedimenti per favorire la liquidità delle piccole imprese: tra questi ci sono molti interventi che, attraverso il bando “tipo” realizzato da Unioncamere, permettono agli imprenditori in difficoltà di richiedere alla propria Camera contributi a fondo perduto per l’abbattimento dei tassi di interesse dei finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari.
L’intervento mira a coprire uno dei fattori di costo non sovvenzionati da alcuna altra forma di incentivo governativo e si inserisce nell’ambito delle iniziative promozionali a favore del tessuto imprenditoriale adottate dal sistema camerale nazionale in attuazione dell’art.125 del Decreto “Cura Italia” a cui fa riferimento anche l’art.62 del decreto “Rilancio”. Il provvedimento ha, infatti, previsto la possibilità per le Camere di commercio di realizzare specifici interventi per contrastare le difficoltà finanziarie delle Pmi e facilitare l’accesso al credito.
I contributi sono erogati una tantum dalle Camere di commercio aderenti all’iniziativa, attraverso un apposito bando a copertura di una quota o dell’intero valore degli interessi pagati dall’impresa per finanziamenti finalizzati a esigenze di liquidità, consolidamento delle passività a breve e investimenti produttivi.
La procedura “a sportello” adottata, secondo l’ordine cronologico di presentazione della domanda, e l’applicazione di una snella istruttoria tecnico-amministrativa assicurano, poi, tempi estremamente ristretti per la concessione dei contributi alle imprese.
Intanto c’è da registrare un intervento del presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni, che commentando i dati rivela che a marzo del 2020 sono 464 le imprese che hanno cessato la loro attività, il 47% in più rispetto all’anno precedente. Il dato emerge da un’indagine della Camera di Commercio di Perugia sulla nati mortalità delle imprese nei due mesi di lockdown marzo e aprile 2020. E, se a marzo i dati non facevano sperare in nulla di buono, per aprile invece intero mese in lockdown, emerge un cambio netto nei comportamenti delle imprese. Si arrestano e addirittura, non senza sorpresa, calano le cessazioni. E assolutamente non di poco: – 37% in un anno. Solo 153 imprese cessate nel mese del lokdown (aprile 2020) contro le 243 chiuse nel mese di aprile 2019. “Fin dall’inizio dell’emergenza – ha detto il Presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni – abbiamo cercato di non uccidere la speranza delle imprese. Con tutti i mezzi a nostra disposizione. Le imprese non scappano. E quando chiudere sembra anche la scelta più facile, si scopre che cessano l’attività in meno di quanto non sapevamo fisiologicamente. Possono aver inciso diversi fattori, ma va riconosciuta la forza, il coraggio, il senso di responsabilità dei nostri imprenditori che hanno deciso di resistere al Covid e di continuare ad esistere. La paura andava sfidata, perché le crisi prima o poi comunque finiscono e allora vale la pena di tentare di trasformarle in opportunità”.