Subirà un processo l’avvocato di 75 anni, indagato dalla Procura, per essersi appropriato di una quota di un appartamento lasciato in eredità di cui era prima esecutore testamentario e poi ne era diventato beneficiario.
L’episodio è avvenuto tra il 2012 e il 2014 quando i coeredi gli avevano venduto le loro quote dell’appartamento, per il 95% del totale. L’avvocato ha fatto credere al notaio di avere la procura a vendere la porzione di un immobile assegnata a una delle ereditiere.
Per l’accusa il legale non ha fatto presente al notaio la revoca intervenuta successivamente da parte della cliente e pertanto gli sono state contestate anche le aggravanti di aver commesso il fatto in qualità di avvocato esecutore testamentario.
Per il giudice per l’indagine preliminare, Piercarlo Frabotta, anche l’aggravante è caduta perché il legale avrebbe fatto tutto questo come “compensazione di presunti crediti”.
L’appropriazione indebita come la truffa è venuta meno perché si tratta di un reato procedibile solo a querela di parte, ed essendo stata rimessa la denuncia è stato dichiarato ilnon logo a procedere.