Di Aids si muore di meno, ma i casi di contagio da Hiv crescono ogni anno, soprattutto in Umbria che, in compagnia di Lombardia, Lazio e Provincia autonoma di Trento, e’ tra le regioni con l’incidenza piu’ alta di nuovi casi rispetto al numero di abitanti.
I dati sull’andamento delle infezioni Hiv e della malattia Aids accertata in Umbria sono stati presentati stamani al complesso Farmacentro di Perugia, con Anlaids Umbria e Federfarma Umbria che hanno invitato a “non abbassare la guardia perche’ la malattia non e’ assolutamente vinta”, come ha sottolineato soprattutto il presidente di Federfarma Perugia, Gianluca Ceccarelli, prima di annunciare le iniziative delle farmacie umbre per la Giornata mondiale contro l’Aids, che si celebrera’ domenica prossima.
Quest’anno (dato aggiornato a novembre) la clinica di malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Perugia – secondo i numeri presentati dal dirigente medico del reparto, Claudio Sfara, nonche’ vicepresidente regionale di Anlaids – ha diagnosticato 44 nuovi casi di Hiv, mentre 59 furono quelli registrati nel 2012 (la media in Italia, sempre nel 2012, e’ stata di 6,5 nuovi casi ogni 100 mila residenti).
Dal 1999 ad oggi, i casi accertati di Aids nella clinica perugina sono stati 520, mentre una stima dei casi di infezione da Hiv offre il dato di 650 unita’.
La ripartizione del sesso, sia della malattia sia dell’infezione, evidenzia un 67 per cento tra i maschi tra i 36 e i 45 anni e un 33 per cento di donne tra i 26 e i 35 anni.
Dall’andamento in valore assoluto dell’infezione scomposta per fattori di rischio, emerge una netta prevalenza dei rapporti sessuali, in special modo quelli etero (54,6 per cento) e a seguire quelli omosex (23,2 per cento).
Da segnalare, oltre ai tossicodipendenti (13,4 per cento) e emotrasfusi (2,2 per cento), e’ che la modalita’ di trasmissione viene definita sconosciuta dal 6,6 per cento dei soggetti, “un dato – ha affermato Sfara – che tende ad assumere sempre piu’ rilevanza”.
Nel 72 per cento dei casi, inoltre, viene somministrata terapia antiretrovirale, che ha “un costo elevato”, ha sottolineato Sfara, con “10-15 mila euro l’anno spesi a paziente”.
Sfara ha evidenziato che “e’ necessario far emergere il sommerso dell’Hiv, ovvero le tante persone non consapevoli di aver contratto l’infezione”, ed in questo senso ha ricordato che l’Anlaids e l’Arci-Gay hanno promosso una campagna di esecuzione di test a risposta rapida (20 minuti) eseguiti sul fluido orale: finora sono stati fatti circa 260 test nel territorio di Perugia con la rilevazione di tre casi di positivita’ Hiv.
“Aumentando le aspettative di vita – ha poi spiegato – aumentano anche le problematiche, visto che in questi casi i malati sono deboli e soggetti a tumori, a malattie cardiovascolari e alle ossa”. Secondo Sfara, dunque, “non
bisogna risparmiare sulla prevenzione perche’ poi alla fine questo ci fa spendere molto di piu'”.
Solo in riferimento al reparto di Perugia, ha ricordato il dirigente medico, “si spendono in totale circa un milione 300 mila euro l’anno”.
E’ stato infine annunciato che gia’ dal 30 novembre prossimo, nelle farmacie dell’Umbria aderenti all’iniziativa, tutti i farmacisti indosseranno un fiocchetto rosso simbolo dell’impegno contro l’Aids e consegneranno, a chi entrera’ in farmacia, un preservativo gratuito quale simbolo di un corretto comportamento sessuale in caso di rapporti occasionali.
Sempre il 30, ma anche il primo Dicembre, saranno distribuiti volantini informativi realizzati dall’Anlaids Umbria.