Oggi si festeggia la Giornata mondiale della libertà di stampa, nata ventisette anni fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite allo scopo di ricordare i giornalisti che hanno perso la vita facendo il proprio lavoro.
Oggi è un giorno particolare per commemorare amici, colleghi e tutta la categoria dell’informazione.
In questo giorno si celebra un evento storico in un periodo particolarmente difficile, mai vissuto prima dalla nostra generazione, e dalla categoria, costretta a ricordare migliaia di morti nel mondo,colpiti dalla pandemia generata dal Covid-19.
Sono sempre di più i giornalisti che lottano quotidianamente per difendere il diritto all’informazione e ripugnano qualsiasi tipo di compromesso o limitazione alla loro libertà di raccontare i fatti del mondo.
Mi riferisco in particolare ai giornalisti impegnati sui fronti di guerra o nelle inchieste sulla criminalità organizzata, e principali bersagli di estremisti, terroristi, mafiosi.
Secondo l’ OSservatorio Su Informazioni Giornalistiche – nato per documentare e analizzare il crescendo di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani, in particolare contro i cronisti impegnati in prima linea nelle regioni del Mezzogiorno, nella raccolta e diffusione delle informazioni di pubblico interesse più scomode e, in particolare,nella ricerca delle verità più nascoste in materia di criminalità organizzata -. in una indagine del 2014 effettuata per la Commissione parlamentare antimafia, sarebbero 28 i giornalisti italiani uccisi dal secondo dopoguerra ad oggi, mentre almeno 15 giornalisti vivono attualmente sotto scorta e altri 2.800 hanno ricevuto minacce di morte. Di questi, 11 giornalisti sono morti per mano di mafia e camorra o per azioni terroristiche.
Altri illustri colleghi italiani ed internazionali sono, purtoppo, rimasti uccisi mentre si trovavano in missione all’estero.
Segnalo ancora oggi il caso” Ilaria Alpi” giornalista del Tg3 morta in Somalia nel 1994, e ancora i tre giornalisti della Rai di Trieste uccisi in Bosnia Erzegovina nel 1994, e più recentemente Antonio Megalizzi, giornalista radiofonico morto nell’attentato di Strasburgo nel 2018 e ancora altri 11 reporter. Tutti professionisti che hanno sacrificato la loro vita per il diritto all’informazione.
La Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, nel suo mmessaggio odierno ha chiesto ai governi dei Paesi membri di “evitare indebite restrizioni”.
Proprio in questo periodo è accaduto che nel documentare la pandemia di questo secolo – Coronavirus- , alcuni governi hanno fatto arrestare i giornalisti che avevano pubblicato notizie critiche nei confronti della gestione della pandemia e hanno anche incrementato notevolmente la sorveglianza sull’informazione e approvato nuove leggi per punire notizie poco attendibili.
Tutelare la categoria nel mondo non è facile,Europa e USA sono le aree geografiche al momento più favorevoli per la libertà di stampa, malgrado le problematiche politiche e d istituzionali che a volte frenano alcuni interventi e incrementano le ansie tra editore e redazione,ma ci sono aree nel mondo, come l’Africa, ancora oggi molto critiche.
Ricordare la giornata mondiale della stampa ha un significato etico importante per tutte le testate giornalistiche e tutti gli operatori dell’informazione.
Significa ricordare la tutela professionale, la libertà dei giornalisti di informare, la libertà di svolgere la propria professione liberi da qualsiasi minaccia ed a favore della collettività tutta, secondo il principio della libera informazione.