In arrivo circa 690 cartelle relative a Imu non pagata tra il 2014 e il 2018.
Come riporta oggi Il Corriere dell’Umbria, nel servizio di Chiara Fabrizi, ammonta a 580.061 euro la quinta e ultima tranche per il “recupero dell’evasione” accertata dall’ufficio tributi del municipio che, nel corso del 2019 e per il quinquennio in questione, ha scoperto circa 3,5 milioni di Imu dovuta ma non versata dai proprietari di seconde case, capannoni, negozi e altri immobili presenti nel territorio comunale (esenti solo le prime case, purché non di lusso come residenze storiche e ville).
Contestualmente si è conclusa anche la medesima operazione sulla tassa servizi indivisibili (Tasi) di valore ben più contenuto, tanto che in bilancio sotto la stessa voce, “recupero evasione Tasi”, sono stati appostati 104.039 euro per 317 cartelle di pagamento anche in questo caso relative al periodo 2014/2018. Per quanto riguarda l’Imu nella determina dirigenziale firmata dal responsabile dell’area economica e finanziaria del Comune, Giuliano Antonini, si legge che “l’importo dovuto dai contribuenti sarà rideterminato in base alle risultanze degli accertamenti una volta divenuti definitivi e quindi del ruolo che verrà emesso”. Sempre nell’atto viene poi spiegato che “gli accertamenti Imu sono relativi all’omesso, tardivo, insufficiente versamento” da parte dei proprietari degli immobili destinatari degli avvisi recapitati “con posta elettronica certificata, servizio postale o messi notificatori”.
Del tutta analoga la procedura prevista per le 317 cartelle di pagamento relative alla Tasi. Se i contribuenti in debito con il municipio non verseranno gli importi accertati dagli uffici dell’ente, fatte salve le contestazioni previste dalla normativa, gli. avvisi finiranno nelle mani dell’Ica srl, ossia il concessionario per la riscossione coattiva dei tributi e non solo, di cui si avvale il Comune a seguito di apposita gara aggiudicata nell’estate del 2017. A fine anno, infatti, circa 6.481 multe per violazioni del Codice della strada sono state affidate alla Ica srl per procedere alla riscossione coattiva attraverso ingiunzioni fiscali. In quel caso le sanzioni elevate dai varchi Ztl, dagli autovelox o dal personale del comando di polizia municipale erano tutte relative al 2016 e avevano un valore complessivo di 1.262.032 euro soltanto per quanto riguarda i proventi derivanti dal verbale per l’infrazione. Il valore dell’operazione, però, è schizzato oltre quota 2 milioni di euro per la maggiorazioni applicata a causa del mancato pagamento, che da sola vale 767.376,13 euro e a cui si somma la spesa per la messa .àruolo delle multe non pagate per altre 72.807,68 euro. Il concessionario per la riscossione coattiva può far scattare a carico dei contribuenti una serie di procedure cautelari, tra cui il fermo amministrativo dell’auto.