Sono cinque i tecnici chiamati a processo per il buco di bilancio, da ben 9 milioni, del Comune di Spoleto.
Gli imputati dovranno rispondere del reato di falsità di pubblico ufficiale in atto pubblico, secondo l’articolo 479 del codice penale, con in più alcune aggravanti, l’ udienza si aprirà il 7 marzo 2018 davanti al giudice Delia Anibaldi.
Nello specifico, i 5 (i due dirigenti Angelo Cerquiglini e Antonella Quondam Girolamo, il primo attualmente comandato presso la Regione Umbria, la seconda in pensione, ed i funzionari comunali Francesco Duranti, in pensione, Brunella Brunelli ed Amedeo Santini ), sono accusati di aver redatto e firmato documentazioni contabili false in materia di recupero dell’Ici e della Tarsu, in modo da far si che, in bilancio, potessero essere inseriti dei crediti inesistenti, o che comunque non avevano un titolo giuridico su cui essere fondati. Così facendo, in particolare l’ex direttore generale e dirigente finanziario Angelo Cerquiglini, insieme a Brunelli e Santini, avrebbero indotto il consiglio comunale di Spoleto “a recepire i dati falsi relativi ai crediti”nei bilanci consuntivi del 2011 e del 2012 per quanto riguarda l’imposta sugli immobili e la Tarsu.
Accuse gravi e pesanti che però non toccano il dirigente comunale Vincenzo Russo, prosciolto perché il fatto da lui commesso, ovvero quello di aver nascosto alcuni atti, non costituisce alcun reato in quanto la difesa ha dimostrato che non esiste alcuna prova esistente che, il documento richiesto dalla Procura, esista veramente.
Resta da vedere se l’amministrazione comunale tornerà sui propri passi o rimarrà ferma sulla propria decisione in attesa dell’udienza che si terrà il prossimo 7 marzo.