Serve un investitore per salvare la Maran Credit Spa di Spoleto.
L’incubo del licenziamento è tornato a tormentare gli oltre 400 lavoratori dell’agenzia di recupero crediti spoletina divenuta un colosso nel settore, che con la scomparsa improvvisa del suo fondatore, Nazzareno D’Atanasio, si ritrova a dover cercare partner per riuscire a salvarsi dall’eventuale fallimento.
La situazione non è quindi delle più rosee. La forte crisi ha determinato profondi cambiamenti delle richieste di mercato e la carenza di risorse economiche adeguate, insieme alla riduzione dei margini aziendali, hanno portato l’azienda a proporre un drastico taglio al costo del lavoro con una riorganizzazione dell’organigramma aziendale. Tutto ciò non sembra però bastare per lasciare intatto il piano occupazionale che potrebbe subire degli esuberi e delle modifiche ad alcuni contratti che da indeterminati passerebbero a progetto.
Questo è quanto emerso dal piano di ristrutturazione presentato martedì da Teresa Maran, presidente dell’omonima azienda, al tavolo del vicesindaco Maria Elena Bececco e dell’assessore Corrado Castrovillari.
Al momento sono tre i possibili scenari da portare avanti. Il primo e il più drastico è quello di dichiarare il fallimento aziendale giungendo così ad un punto di non ritorno; il secondo è volto alla ricerca di un partner finanziario che investa sul progetto Maran, in questo caso sarebbero già previsti 50 esuberi e molti dei contratti passerebbero da indeterminati a progetto. La terza e ultima possibilità è invece quella dell’arrivo di un partner industriale con una nuova tipologia di contratto, che però porterebbe ad un numero di licenziamenti ancora da definire.
L’ azienda Maran ha quindi bisogno di un investitore per rimanere in piedi. Sarebbero cinque le manifestazioni di interesse arrivate nel quartier generale di Santo Chiodo, ma non è ancora stato reso noto chi si sia fatto avanti in questi mesi per rilevare parte o la totalità delle quote dell’azienda fondata da Nazzareno D’Atanasio.
Nel frattempo i dipendenti insieme ai rappresentanti dei sindacati hanno dichiarato di rigettare “qualsiasi proposta che preveda solo tagli occupazionali e riduzioni del salario”
Tutto si deciderà il 16 gennaio quando proprietà e sindacati si troveranno nuovamente uno di fronte all’altro per discutere e trovare un punto d’incontro che permetta di salvare la Maran spa. Ma occorre la collaborazione di tutti, dalle istituzioni, ai sindacati fino ai dipendenti