C’è ancora tanta rabbia a Spoleto per quel buco di bilancio del 2013 quando la città si trovò in dissesto per un disavanzo di amministrazione da 9,7 milioni di euro.
Ora gli artefici sono stati chiamati a processo per rispondere di falsità ideologica, in tutto cinque tra dirigenti e funzionari all’epoca dei fatti dipendenti del municipio.
In sostituto procuratore Vincenzo Ferrigno ha chiesto al segretario generale del Comune Ruggieri di come erano stati gestiti i residui attivi e passiv con atti duplicati, residui privi del titolo giuridico e tante altre irregolarità commesse per far tornare I conti.
Il Comune di Spoleto, costituitosi parte civile ha ricordato le conseguenze del buco di bilancio e del piano di rientro triennale ormai archiviato.
Ruggieri ha poi spiegato che l’effetto “più eclatante” del buco sul fronte tasse è stata l’introduzione dell’imposta di soggiorno entrata in vigore nel settembre 2015.