Sale l’indignazione generale per la paventata possibilità che le opere di Leonardi, Burri e Morandi, esposte alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Collicola, siano messe all’asta dal curatore fallimentare della Spoleto Credito e Servizi Faina. A frenare la vendita ci sarebbe anche un’istanza di sopensione presentata dal vice presidente vicario della Scs, Carlo Ugolini, che farebbe leva sul fatto che è tuttore pendente, presso la Corte d’Appello di Perugia, il giudizio con cui si chiede la revoca della dichiarazione di fallimento.
La neonata associazione culturale “Ora Spoleto” della presidente Maturi ha inaugurato la propria attività pubblica con un intervento che trae spunto proprio da questa querelle.
L’Associazion mette in risalto il fatto in base al quale potrebbe succedere che il fallimento sia revocato dalla Corte d’Appello e nel frattempo le opere potrebbero essere ugualmente vendute prima della pronuncia del Tribunale. A rimetterci, in ogni caso, oltre alla Spoleto Credito e Servizi sarebbe l’intera città di Spoleto, presso la quale è ancora possibile visitare le opere d’arte.
Le tre opere, come rileva l’associazione, rivestono importanza e significato “in relazione al ruolo ed all’immagine della città come centro culturale di rilievo internazionale”. Per queste ragioni Ora Spoleto chiama in causa “le Istituzioni tutte, a partire dall’Amministrazione comunale e dal Consiglio Comunale, dalla Provincia, dalla Regione, le forze economiche e sociali, i singoli cittadini, le associazioni culturali della città”, affinché ci sia una mobilitazione generale “per impedire la sottrazione di questa importante parte del patrimonio culturale che evidenzia un tratto forte del profilo culturale identitario della città, che unisce alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico l’apertura e la diffusione delle espressioni artistiche proprie della contemporaneità”. E ancora: l’associazione chiede di attivare “la procedura che permetta di esercitare, in caso di vendita, il diritto di prelazione da parte della Soprintendenza”, “che l’Amministrazione Comunale si faccia promotrice di una iniziativa tesa al formarsi di una cordata di imprenditori, di Associazioni culturali e di cittadini, per reperire le risorse finanziarie per l’acquisizione delle tre opere” e che, infine, “venga organizzata, presso gli uffici comunali competenti, una petizione popolare a sostegno delle iniziative che verranno intraprese per impedire la vendita delle tre opere”.