Il mistero sulla scomparsa di Davide Pecorelli si infittisce. Ci sarebbe un testimone oculare, un contadino di 53 anni, residente in un paese ai confini tra Albania e Kosovo, che, il 7 gennaio, avrebbe visto bruciare l’auto noleggiata dall’imprenditore di San Giustino, per poi allertare le Forze dell’Ordine.
L’uomo ha riferito ai media albanesi di aver visto il veicolo in fiamme e di aver chiamato la Polizia, sospettando ci fosse qualcuno all’interno. Gli agenti sono arrivati dopo circa trenta minuti.
L’incendio, secondo gli inquirenti, non sarebbe stato causato da un’esplosione, dal momento che l’auto è stata ritrovata nelle vicinanze di un precipizio. Si pensa piuttosto ad un episodio accidentale.
Oggi, lunedì 1 febbraio, le autorità albanesi invieranno alla Procura di Perugia i risultati del test del dna eseguito sui resti umani ritrovati all’interno del veicolo, potrebbe essere il giorno decisivo per l’esatta identificazione dell’imprenditore.
Di Davide Pecorelli, 45 anni, non si hanno più notizie dal 6 gennaio scorso. Fondatore di uno dei negozi “Parrucchieri Milano”, l’imprenditore di San Giustino è principalmente conosciuto per essere stato un arbitro della sezione di Arezzo con un passato tra i professionisti: in serie C da arbitro e anche in serie A come quarto uomo.
Secondo i dati forniti dal Gps impiantato sulla vettura, l’imprenditore avrebbe noleggiato l’auto presso l’aeroporto di Tirana per poi spostarsi a Valona e in seguito a Scutari, arrivando poi a Puka, ultima tappa del suo tragitto.