Insoddisfatto del decreto Cura Italia e delle recenti posizioni filo euro del Movimento 5 Stelle, Fabrizio Leggio “considera al capolinea” la sua esperienza nelle fila dei pentastellati e contestualmente annuncia le sue dimissioni da consigliere comunale di Assisi.
Lo sfogo arriva con lungo status facebook dove critica l’abbandono ai valori storici del M5S e l’assenza, nell’ultimo decreto, di politiche attente al mondo degli autonomi, alle partite iva, ai tanti artigiani, commercianti, piccoli e piccolissimi imprenditori.
“Con il decreto “marzo”, varato ieri, questo governo ha manifestato chiaramente la considerazione differente che ha nei confronti delle varie componenti dell’economia. È emerso quindi come il mondo degli autonomi, le partite iva, i tanti artigiani, commercianti, piccoli e piccolissimi imprenditori, siano considerati meno degli altri e per questo aiutati meno degli altri. Infatti mentre per i dipendenti c’è la cassa integrazione all’85% dello stipendio, ci sono bonus babysitter per i figli o permessi per stare a casa retribuiti, per gli autonomi c’è un bonus una tantum di 600 euro ( al di sotto della soglia di povertà, meno del reddito di cittadinanza) e nessun tipo di assistenza per i figli e la famiglia.
Come a dire: voi autonomi se avete figli, caricateveli sul furgone e portateveli al lavoro.
Nel frattempo i contributi e le altre incombenze fiscali che gli autonomi sono chiamati a sostenere, sono rinviate a maggio, come se da maggio per loro fosse possibile pagare i contributi correnti e quelli arretrati sospesi in questo momento.
Così come i tanti governi precedenti, soprattutto quelli di sinistra, gli autonomi sono visti da questo governo come il solito gregge da mungere e tosare. Probabilmente lo avremmo dovuto capire già dall’atteggiamento messo in campo nella cosiddetta lotta all’evasione, lo scontrino elettronico, il tetto al contante e il Pos obbligatorio.
I piccoli commercianti, gli artigiani, gli agenti di commercio, gente che da oltre 10 anni fa i salti mortali per tenere in vita la propria azienda, trattati tutti come fossero yuppies con la barca al mare e i soldi in Svizzera.
In pieno stile PD.
D’altra parte Marattin lo aveva dichiarato pubblicamente tempo fa: i piccoli devono saltare tutti prima o poi. Meglio che vengano scalzati o assorbiti dai grandi, che sono più affidabili e fedeli al fisco ( qui la risata collettiva parte spontanea visto che di grandi aziende che ancora pagano le tasse in Italia non ce n’è più neppure l’ombra ).
Il M5S ahimè, si è completamente appiattito, ha perso o quasi tutte le figure a mio modo di vedere più interessanti, ed è guidato da persone che pur di mantenersi nelle istituzioni il più a lungo possibile per lucrare questi ultimi stipendi che mai avrebbero sognato e che mai più torneranno ad avere, è disposto a rimangiarsi tutto quello che aveva sostenuto negli anni.
Sono ormai molti mesi che il m5s mi va stretto, ho iniziato a disaffezionarmi da quando sono state ridimensionate le posizioni anti euro, posizioni alle quali io resto fermamente ancorato.
Mi infastidiva la gestione verticistica e l’ epurazione di chi la pensava diversamente.
Avevo però deciso di portare a termine il mio mandato di consigliere comunale col m5s, visto che con questo simbolo ero stato eletto e non mi è mai piaciuto chi lascia la nave mentre sta affondando ( perché sta affondando, questo è poco ma sicuro ).
Ma ora proprio non ne posso più.
Non ne posso più di essere accomunato a posizioni che non condivido.
Considero pertanto la mia esperienza nel M5S giunta al capolinea.
La delusione che provo è tanta, così come la rabbia nei confronti di chi ha mandato in fumo questo grande sogno collettivo.
Visto che io ci credevo in questo sogno e credevo pure nelle sue regole, ripetutamente stuprate negli anni recenti, seguiranno a questo mio sfogo le dimissioni da consigliere comunale del Comune di Assisi”.