Cinque discariche su sei con criticità ambientali aperte. Una sola si salva ma anche lì sono in corso approfondimenti sulle acque di ruscellamento, sulle sostanze cioè raccolte dalle acque piovane dentro e fuori il sito. Un’altra, Pietramelina, vede superamenti delle soglie di contaminazione nonostante l’attività di conferimento sia bloccata.
Nell’ultimo monitoraggio Arpa sul 2019 reso noto dal Corriere dell’Umbria, vengono elencati i nuovi casi di percolato non trattato correttamente, di acque di ruscellamento e sotterranee contaminate, problemi di stabilità e di produzione del compost. In più casi sono già stati avviati i piani di caratterizzazione, i gestori sono intervenuti con i correttivi – assicura l’Agenzia di protezione ambientale- ma le violazioni dei parametri sono state registrate anche l’anno scorso. Pietramelina, a Perugia, dopo la maxi inchiesta della Procura, è ferma. La parte dei rifiuti non pericolosi è chiusa dal 2013. L’impianto di compostaggio è bloccato “per mancato adeguamento tecnologico (Bat)” ed è in fase di riconversione per la biostabilizzazione. Poi c’è il problema stabilità. “Nel corso del 2019”, scrive Arpa “sono state riscontrate criticità relative ai dreni sub orizzontali della discarica per i quali sono stati attivati provvedimenti di contenimento e approfondimenti richiesti all’autorità competente”.