Un perugino è stato truffato nel tentativo di acquistare una Bmw che aveva visto su Internet. Era andato fino a Brescia per vederla con i suoi occhi, salirci dentro e constatare che tutto era in ordine. Mancava solamente la registrazione all’Aci per il passaggio di proprietà. L’ultima incombenza burocratica e poi sarebbe tornato a Perugia con una macchina nuova.
Invece, come riporta il Corriere dell’Umbria, non solo non è tornato con nessuna automobile ma ha anche perso la somma di 12.000 euro.
Tutti i soldi che ha dato ai venditori prima che si volatilizzassero.
E’ per questo motivo che l’uomo, un professionista umbro assistito dall’avvocato Luca Maori, ieri mattina ha depositato una denuncia querela al comando dei carabinieri di via Ruggia.
Secondo quanto spiegato nell’atto, l’acquirente aveva pattuito l’acquisto di una BMW serie 316d Touring immatricolata nell’agosto del 2016 a 12.000 euro con una donna titolare di un autosalone nel bresciano.
Il 9 luglio scorso il perugino è andato a Desenzano del Garda. In un primo momento ha versato 2.000 euro in contanti alla donna come acconto e per un problema in banca si trattiene una notte in città perché la venditrice non voleva assegni circolari ma solo bonifico di tipo Bir, che nel giro di poche ore viene accreditato. Fatto il bonifico, l’acquirente, la venditrice e il marito di quest’ultima attendono in un bar l’accredito. A quel punto, a bordo dell’auto oggetto di compravendita si recano all’Aci. O almeno, questo credeva il compratore perugino. Nel tragitto, il marito della donna riceve una telefonata. Quando riattacca dice che si tratta di una questione urgente di lavoro e per questo si sarebbero dovuti fermare in un centro commerciale. Chiedono all’acquirente di aspettarli perché, per motivi di privacy, avrebbero dovuto incontrare il loro cliente da soli. Ma da quel momento non si faranno più vivi. L’uomo li aspetta per ore, fin quando la donna lo chiama e gli dice che hanno avuto un incidente, il marito è ferito gravemente e l’auto è distrutta. Per questo non possono più vendergliela e gli faranno avere al più presto indietro i soldi. Ma il telefono della donna risulta sempre irragiungibile e l’acquirente perugino riceve in risposta solo messaggi evasivi. E dei soldi, neanche l’ombra. Secondo il denunciante, lui non sarebbe affatto l’unico truffato.
“E’ importante – dice l’avvocato Luca Maori – che vengano effettuati anche accertamenti a livello bancario”.