Come riporta oggi il Corriere dell’Umbria nell’articolo a firma di Alessandro Antonini, il Comune di Perugia taglia le partecipate.
Dieci partecipazioni indirette, attraverso Umbria mobilità (che diventa agenzia dei trasporti), da dismettere da qui al 2022. Altre nove in cui l’ente resterà perché, in alcuni casi, non è conveniente uscire. Il Comune di Perugia con la preconsiliare dell’11 dicembre esce da Atc esercizio spa e da Ciriè parcheggio entro il 2021 attraverso alienazione delle quote. Da Ecoè srl e Egin scarl entro il 2020 attraverso liquidazione. E incora: via da Foligno parcheggi con alienazione entro il 2021, Roma tpl scarl entro lo stesso margine di tempo, Sbe Enelverde srl per la liquidazione entro il 2020, società agricola Alto Ehiascio Energie rinnovabili (alienazione entro il 2021).
Non finisce qui: via dai parcheggi Sipa spa entro il 2022 dalla Tiburtina Bus entro il 2021. Le partecipazioni dirette da mantenere sono Minimetrò, Umbria digitale, Gesenu, Sase, Umbra Acque, Conap, Umbria mobilità e Teatro Pavone. Anche se per queste ultime non ci sarebbero i parametri. Ma uscire sarebbe peggio che rimanere, anche in termini economici. Vedi la la partecipazione in Conap: “Pur in presenza di taluni indici di criticità, va mantenuta per ragioni economiche dettate dai forti costi fiscali legati all’operazioni di liquidazione che renderebbero molto più onerosa la di smi s si o ne rispetto al mantenimento e tenuto conto del fatto che Conap è proprietaria di importanti reti acquedottistiche funzionali all’erogazione di un servizio pubblico locale essenziale”. La società Teatro Pavone srl “non è in possesso dei requisiti di legge per la presenza del Comune coon proprie quote”, senonché “la partecipazione può essere però mantenuta in virtù sia dell’importanza storica del Teatro Pavone sia del fatto che il Comune è stato protagonista della ristrutturazione acquisendo l’usufrrutto del teatro anche in virtù della sua natura di socio”. Anchela partecipazione indiretta in Metrò Perugia scarl “è da mantenere, anche in difetto da parte della società dei requisiti previsti”. Questo è motivato “nelle more dell’esito della verifica in corso da parte di Um sulla possibilità tecnicogiuridica di alienare la partecipazione, tenuto conto delle difficoltà dell’operazione legate al fatto che la stessa è stata acquisita all’esito di una procedura ad evidenza pubblica”. Poi c’è la presa d’atto che “le altre partecipazioni indirette che sono detenute attraverso Umbria mobilità sono da dismettere in quanto non funzionali all’esercizio dei compiti e delle attività dell’agenzia unica regionale per il trasporto locale e che Umbria tpl e mobilità spa ha deliberato la dismissione delle predette partecipazioni nell’assemblea del 28 settembre 2017”.
Il Comune detiene il 20% delle quote di Um. Le partecipazione indirette hanno un rilevante peso economico sul bilancio della partecipata: dai 10 milioni di Roma tpl( più i crediti da esigere) ai 2,8 milioni di Sipa, passando per i 750 mila euro di Cirié e i 264 mila di Sbe.