Prosegue a pieno ritmo l’inchiesta sulla sanità in Umbria.
Come riporta oggi il Messaggero, se il filone principale è arrivato alla conclusione delle indagini per 45 persone, con nomi eccellenti della politica pronti a difendersi dalla pesante accusa di associazione per delinquere, i sostituti procuratori Mario Formisano e Paolo Abbritti stanno lavorando da mesi insieme alla guardia di finanza per sciogliere i nodi relativi alle ipotesi di corruzione e turbativa d’asta. Al centro di questa costola ci sono le gare per le forniture agli ospedali che sarebbero viziate da irregolarità, accertate sia tramite alcune intercettazioni effettuate dalle fiamme gialle che dai collegamenti su cui i finanzieri lavorano dall’inizio della maxi inchiesta.
Nel mirino della procura, «in relazione a ipotesi di reato e illeciti amministrativi», ci sono tra gli altri l’ex manager della Servizi associati la società cooperativa che si occupa di facchinaggio, pulizie locali e logistica Reno Vitali (assistito dagli avvocati Valentina Alunni e Cristian Brutti) e gli ex direttori generale e amministrativo dell’Azienda ospedaliera di Perugia Emilio Duca (difeso da Francesco Falcinelli) e Maurizio Valorosi (difeso da Francesco Crisi). La procura, con accuse chiaramente tutte da dimostrare, vuole far luce su fatti relativi, in totale, al lungo periodo tra l’aprile 2014 e il dicembre 2019, anche se da quanto si apprende le indagini arriverebbero fino agli accordi sottoscritti nel 2010 con tutte le successive proroghe degli appalti. Insomma, roba di milioni di euro. Cento, per l’esattezza, secondo una prima stima fatta qualche tempo fa negli uffici del Comando provinciale della guardia di finanza, con il colonnello Danilo Massimo Cardone, che sta coordinando il lavoro certosino degli investigatori del Nucleo di polizia economicofinanziaria, diretti dal tenente colonnello Selvaggio Sarri. Milioni di appalti sotto indagine, per capire e verificare se siano state rispettate le regole o se si possano rilevare anche su questo fronte condotte fuorilegge. Un super lavoro perché c’è una mole «notevole» di materiale da analizzare e ricostruire. Se sul fronte degli esami truccati nell’anno 2018 all’ospedale grandissima parte degli spunti d’indagine è arrivata direttamente dai protagonisti, su quest’altro versante l’indagine si muove su un terreno decisamente più pesante perché non c’è più l’immediatezza dei fatti e dunque tocca ‘agli investigatori svolgere un compito di analisi di documentazione. Una storia ancora tutta da scrivere, ma che già si preannuncia esplosiva.