La Regione ha presentato in Pnrr umbro ad associazioni di categoria e sindacati.
Fra i 42 progetti l’Umbria del dopo Covid scommette sul ’new green’, con progetti per un miliardo e 644milioni di euro, guardando al turismo sostenibile (anche in termini di infrastrutture per favorire l’incoming, a cominciare dai collegamenti con un aeroporto da sempre fragile) con i 42 “progetti strategici”, suddivisi per le sei missioni del ’Piano nazionale di ripresa e resilienza’ da finanziare con il Recovery fund.
Fra i vari investimenti sul piatto, una quota consistente di 438milioni di euro è destinata al pacchetto-salute: 400milioni per l’edilizia sanitaria, poco più di 200milioni per il ’fondo prestiti’, e 216 milioni per il comparto ’Istruzione e ricerca’ tra cui il Polo scientifico regionale e il Centro umbro di ricerca e innovazione.
Il Recovery Plan per l’Umbria – si legge nel documento presentato alle parti sociali – è anzitutto “uno straordinario volano di fiducia”. Una road map per superare le incertezze che, a causa del Covid, hanno caratterizzato questa difficilissima fase economica. Un’occasione, grazie a questa sorta di nuovo Piano Marshall che farà cadere una pioggia di fondi europei sull’Italia, l’occasione per correggere finalmente alcuni nodi strutturali (e infrastrutturali) che l’hanno fatta scivolare sempre più, a livelli di produttività, occupazione e reddito pro capite, verso i numeri del Meridione.