Per tre volte, a ridosso degli scritti e degli orali di uno dei concorsi manipolati finiti nella maxi-inchiesta sulla sanità, secondo la Procura, Gianpiero Bocci ha incontrato la madre di una delle candidate risultate raccomandate e favorite dall’aver avuto le tracce prima delle prove. E per i pm Paolo Abbritti e Mario Formisano, è stato proprio l’ex segretario del Pd dell’Umbria che ha consegnate nelle mani della donna nell’ufficio in via della Pallotta, in uso a Bocci quando si trovava a Perugia, che “sul campanello recava la scritta Partito democratico”.
Come riporta oggi il Corriere dell’Umbria, il dato, secondo la ricostruzione accusatoria, emerge dall’analisi delle celle agganciate dai telefoni dell’ex sottosegretario e della donna. La verifica dei tabulati è contenuta nell’informativa del nucleo di polizia economico – finanziaria depositata nei giorni scorsi dalla Procura in vista dei processi con rito immediato a Bocci, Duca e Valorosi. Secondo quanto scritto nei documenti dai militari, gli approfondimenti “hanno portato alla luce ulteriori riscontri sul ruolo ricoperto da Gianpiero Bocci in occasione della manipolazione della selezione pubblica per la copertura a tempo indeterminato di 4 posti da assistente amministrativo a favore” di una candidata. Il primo incontro per gli inquirenti è avvenuto il 7 maggio 2018. Secondo i riscontri forniti dall’analisi dei telefoni la donna – che si è avvalsa della facoltà di non rispondere ed è finita iscritta nel registro degli indagati – avrebbe ricevuto un messaggio quando era a Spoleto, mentre un’ora dopo aggancia la cella “Perugia – Prepo”.
“Contestualmente – annotano i finanzieri – sono stati esaminati i tabulati di Bocci da cui si evince che dalle 10 alle 13 viene costantemente agganciata la cella Perugia- Prepo” corrispondente all’ufficio in via della Pallotta. La stessa cosa avviene l’11 maggio: “E’ evidente – sta scritto nell’annotazione – che la donna si è recata a Perugia per il tempo strettamente necessario per ritirare da Bocci le domande della prova scritta da portare subito alla figlia”. Il terzo incontro, per i militari, è avvenuto il 24 maggio, mentre la donna “si trova nell’ufficio del Pd insieme a Bocci e Valorosi” e “telefona alla figlia”. Nello stesso approfondimento ci sono anche le celle agganciate dal cellulare di Bocci l’11 maggio 2018 quando, per la Procura, ha incontrato Duca fuori dall’ospedale, per avere le tracce poi consegnate alla madre della candidata. “La conferma dell’avvenuto incontro tra Bocci e Duca – sta scritto agli atti – proviene dall’analisi dei tabulati telefonici”. In particolare alle 13.36 Bocci effettua una chiamata a Duca e aggancia una cella a Deruta.
“Come concordato Bocci sta tornando da Roma e avvisa Duca del suo arrivo presso l’ospedale. Purtroppo quella conversazione, per un problema tecnico rappresentato da Area non è stata registrata”.
Alle 13.48 Bocci riceve un messaggio e aggancia la cella Perugia San Sisto con le coordinate corrispondenti a via Gaetano Donizetti 92, adiacente all’ospedale”.
Bocci ha sempre negato di aver incontrato Duca per quel motivo, anzi, per quel giorno disse di essere andato a trovare un amico ricoverato. Tutto materiale che verrà discusso nel processo a suo carico. Procedimento che, a causa dell’astensione dei legali, non vedrà il via il 22 ottobre prossimo come invece da calendario.