Allo stabilimento Perugina si va verso la cassa integrazione. Sono stati infatti avviati i primi contatti tra Nestlé Italia e le sigle sindacali per l’attivazione del contratto di solidarietà.
In una lettera indirizzata a Flai-Cgil, Fai.Cisl, Uila-Uil e per conoscenza a Confindustria Umbria la multinazionale svizzera ha manifestato l’intenzione di attivare l’ammortizzatore sociale previsto dal decreto legge del 17 marzo scorso legato all’emergenza sanitaria da Coronavirus per i 609 dipendenti.
Ad oggi, da quanto fa sapere l’azienda, non ci sono stati cali rispetto all’anno scorso e la produzione di uova ha avuto lo stesso andamento dell’anno precedente. La preoccupazione però, che da qui in avanti visto il protarsi dell’emergenza sanitaria, ci possa essere una minore richiesta di beni non di prima necessità come quelli della fabbrica di cioccolato di Perugia, ha fatto avviare l’iter delle relazioni industriali per definire tempi e modi della cassa integrazione.
Di fatto l’attivazione dell’ammortizzatore sociale arriva all’inizio del periodo di curva bassa che fa seguito alla campagna pasquale e di solito porta alla riduzione degli addetti ai quali vengono fatte smaltire le ferie per un periodo di circa 4 mesi.
In questa maniera invece lo stop lavorativo a rotazione sarebbe concentrato in nove settimane al massimo.