di M.C.
Il cuore verde d’Italia si trova diviso in due.
Da una parte vi è il continuo ampliamento dei luoghi di culto islamici, cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi due anni tra polemiche, discussioni e necessità di trovare accordi.
Continua a far parlare di se la moschea di Umbertide, ancora in costruzione in via Madonna del Moro.
Dopo le proteste degli ultimi giorni è stato finalmente firmato un protocollo d’ intesa per favorire la convivenza e la sicurezza nell’area dell’Altotevere dove sorgerà uno dei luoghi di culto destinato a divenire il secondo tempio islamico d’Italia. Tale accordo prevede la consegna trimestrale dei finanziamenti e dei sermoni tradotti in italiano.
A Marsciano, invece, l’associazione musulmani Medio Tevere sembra aver finalmente trovato la sua nuova sede nell’ex mensa “Il Melograno”, dopo lo stop del consiglio comunale per la frazione di Ammeto. Anche in questo caso si punta ad un percorso molto simile a quello avviato ad Umbertide, con un tavolo interreligioso formalizzato da regole scritte, che fornisca un dialogo interculturale e favorisca l’ integrazione.
L’immam in Umbria Qader, sostiene che molti centri “rischiano di chiudere” a causa della crisi economica che ha colpito il territorio e che porterebbe molte persone ad andarsene verso il Nord o addirittura all’estero. A Perugia oggi vi sono 18 centri islamici tra cui quello di via dei Priori, quello di via Carattoli sulla Settevalli, quello di Ponte Felcino ed infine si è aggiunto anche quello di Ponte San Giovanni.
Dall’altra sono in incremento le espulsioni di soggetti legati a potenziali fenomeni terroristici, il sottosegretario all’Interno Giampiero Bocci spiega che è necessaria un’attenzione alta “che punta molto sulla prevenzione” con l’obiettivo primario di intervenire in tempo utile sulle situazioni definite rischiose.
L’attenzione in Umbria resta alta su entrambi i fronti, segno di un dialogo tra culture che ha ancora bisogno di essere sancito da norme condivise.