Le “voci” si fanno minacciose. E stanno diventando insistenti. Sono le “voci” che vedrebbero prossima la liquidazione dell’Onaosi per essere assorbita dall’INPS. Si tratterebbe di uno scippo per i medici e farmacisti italiani che possono vantare di essere i titolari della più antica Cassa di previdenza italiana che ha una storia gloriosa. I medici e i farmacisti italiani da oltre cento anni con il loro contributo finanziano (attualmente i finanziatori sono 163 mila) e rendono possibile l’attività di questa istituzione.
I sanitari italiani intendono difendere la loro “cassa”. Vogliono difendere i collegi di Perugia (maschile e femminile) degli orfani dei sanitari . E si chiedono perché annullare questa istituzione che si regge sul contributo dei sanitari e non pesa affatto sui bilanci pubblici. Il Consiglio d’amministrazione dell’Onaosi ha preso posizione a fronte di tale prospettiva ed ha chiesto che si faccia chiarezza sulle intenzioni che si hanno nei confronti dell’Opera affermando di non comprendere quale sia il motivo della soppressione della Fondazione e del conferimento delle sue funzioni all’Inps, previsto dalla proposta di disegno di legge della Commissione Bicamerale di controllo degli Enti previdenziali privatizzati.
Nel documento del Consiglio di Amministrazione dell’Opera viene sottolineato come l’Ente sia uno «strumento di forte aggregazione di una categoria e, senza nulla chiedere allo Stato, provvede alle criticità dei suoi membri creando lavoro (più di 200 dipendenti) reddito e soprattutto coesione sociale, in un momento in cui l’individuo è sempre più solo di fronte allo strapotere di centri finanziari ciechi e brutali». Il Consiglio sottolinea poi la trasparenza del suo operato e il rigore che caratterizza la gestione patrimoniale – e aggiunge: «Solo un clamoroso errore di valutazione o peggio una miope volontà d’impadronirsi di un capitale accumulato in più di 100 anni da medici, odontoiatri, veterinari, farmacisti, può aver spinto la Commissione Bicamerale a decretare la fine di un’esperienza virtuosa». E ora cosa accade. L’assalto all’Onaosi è cominciato alcuni anni fa quando questa Opera venne dichiarata “Ente inutile”. Poi l’assurda decisione venne revocata, ma più volte da allora si è parlato di soppressione. Speriamo che adesso ci sia la sentenza definitiva. Che non può essere altro che la conservazione di questa istituzione.