Lungo interrogatorio a porte chiuse con il giudice Avenoso oggi al tribunale di Perugia per Francesco Rosi, l’agente immobiliare accusato di aver ucciso con diversi colpi di fucile la moglie Raffaella Presta.
Ricostruite -in presenza dei genitori di Raffaella – i fatti più salienti dell’omicidio ma anche l’ultimo periodo di vita trascorso insieme alla vittima.
Dall’interrogatorio sarebbe emerso che il delitto fu causato da una lite iniziale per una frase pronunciata da Raffaella.
Francesco Rosi,attraverso il suo Avvocato Laura Modena, ha chiesto il patteggiamento
All’udienza dello scorso 2 Dicembre Francesco Rosi apparve disperato e sottomesso, in memoria di quel 25 Novembre 2015 quando a sangue freddo uccise – per gelosia- la moglie Raffaella Presta con un fucile Beretta, sparando due colpi che colpirono Raffaella prima alla mano destra e poi alla zona inguinale, che gli fu fatale; lo fece davanti al bimbo di sei anni.Il caso divenne subito di interesse nazionale.
Rosi ha più volte tentato di togliersi la vita in carcere.L’udienza si è svolse in un clima di forte tensione: da una parte i genitori di Raffaella ed i suoi avvocati che chiesero il sequestro dei beni e 2,5 milioni di euro di danni e dall’altra parte il giovane omicida che pianse per l’intero processo, chiedendo perdono.
L’avvocato Modena aveva presentato in aula diverso materiale fotografico e molti sms con l’obiettivo di convincere la difesa e nel tentativo di ridurre la pena del suo cliente. Il dramma avvenne per la convinzione di Francesco Rosi che la moglie ” Raffaella Presta ” intrattenesse una relazione extraconiugale, anche in presenza del bimbo.