Accolta la tesi della difesa: «Il mio assistito – spiega l’avvocato Luca Maori – è estraneo ai fatti»
È stato scarcerato il quarantaduenne elettricista albanese che nel pomeriggio di sabato ha preso un volo da Tirana assieme all’avvocato perugino Luca Maori per venire a Perugia a spiegare che lui con le accuse che gli vengono mosse dalla Procura perugina non ha nulla a che fare.
Arrestato appena approdato allo scalo umbro, l’uomo, accusato di essere il capo della banda di narcotrafficanti che tra il 2018 e il 2019 ha trasportato sui gommoni dall’Albania alle coste abruzzesi 1,4 tonnellate di marijuana destinata in gran parte al mercato perugino, ha spiegato agli inquirenti perugini che «evidentemente c’è stato uno scambio di persona. Non sono io il boss, non mi hanno mai chiamato il “pelato”. C’è stato uno scambio di persona». «Mi voglio sposare e lo voglio fare il prima possibile. Ma prima voglio chiarire del tutto questa vicenda. Per questo ho deciso di consegnarmi ai carabinieri, perché voglio chiarire definitivamente la mia posizione con la giustizia italiana».
Accolta dunque la tesi della difesa. «Il mio assistito – spiega l’avvocato Luca Maori – è estraneo ai fatti. E nell’interrogatorio ha spiegato come non c’entrava assolutamente niente con questioni di droga. Non era minimamente a conoscenza del traffico e delle indagini che lo riguardassero».
E alle contestazioni degli inquirenti relative ad avvistamenti in costante compagnia di personaggi dediti allo spaccio, ha risposto come si trattasse «di un amico e di un cugino», con i quali non avrebbe mai parlato di droga «al punto che – ribadisce Maori – non risultano intercettazioni che lo riguardano. Senza dimenticare che è in possesso di un regolare permesso, non ha precedenti, non è stato mai indagato».