E siamo a ventidue. Ventidue ragazzi premiati, un riconoscimento al talento e all’impegno nella musica. E se, possibile aumentano la commozione e il coinvolgimento. Il lungo percorso del premio che Lavinia Castellani ha voluto dedicare alla memoria di suo padre, Luigi, nacque nell’aula magna dell’Università per Stranieri quando ancora il non dimenticato Enzo Forini dirigeva quello che allora era il Centro Sociale.
La volontà di Lavinia Castellani, presidente dell’associazione culturale La Postierla, Baiocco d’oro del Comune di Perugia di ricordare suo padre con un premio destinato a un giovane musicista trovò subito la sponda giusta: una targa e un assegno personalmente elargito da una figlia memore divenne una delle cerimonie più seguite e più apprezzate dal pubblico cittadino. Nella sua lunga attività di insegnante, anche tra le aule del Gallenga, e nella Scuola di lingue dell’Esercito, Lavinia ha avvolto della sua umanità decine di generazioni di giovani. A loro ha voluto consegnare la memoria di un padre che non ebbe una vita facile. Da musicista emigrò negli Stati Uniti e si guadagnò da vivere col suo violino, prima di tornare a Perugia per godersi l’affetto di una figlia devota.
Martedì pomeriggio si è rinnovato l’entusiasmo davanti a un talento certificato come quello della violinista Sayako Obori. Un nome che si è aggiunto a una lunga lista di giovani che con un significativo riconoscimento hanno dato inizio a una carriera che li ha visti tutti premiati dalla vita, con l’accesso a presenze in orchestra di rilievo in mezza Europa. Il prorettore Dianella Gambini, a nome del rettore Giuliana Grego Bolli ha saputo tratteggiare in poche parole la storia del Castellani all’interno delle iniziative dell’Università internazionale. Accanto a lei l’assessore Leonardo Varasano ha dipinto con significative riflessioni quanto un riconoscimento personale, che viene dal “privato”, sia da ritenersi estremamente importante soprattutto in un momento in cui le risorse pubbliche a cui attingere sembrano aver esaurito la loro vena.
Nata a Kanagawa, in Giappone, Sayako ha iniziato a studiare il violino a quattro anni. Dopo aver terminato il liceo musicale Kyoto Horikawa, si è laureata nel 2017, anno in cui si è trasferita in Italia per studiare con Paolo Franceschini. L’incontro era avvenuto nel contesto delle masterclass che il didatta perugino tiene annualmente a Kusatzu. Premiata nel 2016 nel suo paese, la giovane giapponese si è affermata nel concorso di san Lorenzo di Montenero (Fondazione Perugia Musica classica e Giovanni Barcaccia), all’internazionale Dinu Lipatti, e al Riviera Etrusca.
Il riconoscimento Castellani è caduto dunque su un terreno fecondo e aggiunge qualità a classe. Pienamente dimostrata d’altra parte con un concerto fulminante e coinvolgente. All’inizio, con un piglio virtuosistico, il Concerto in mi minore di Mendelssohn, indi la ardua Sonata op. 27 n. 4 di Eugène Ysaÿe, percorsa nei suoi tre movimenti con una eccezionale padronanza dell’arco e con un senso del ritmo e dell’intonazione veramente notevoli. Chiusura con una canzone popolare giapponese trasposta in versione moderna. Entusiasmo del pubblico e commozione di Lavina Castellani, grande donna della storia perugina dei nostri giorni.
Stefano Ragni