Il procuratore aggiunto Petrazzini ha sentito l’indagato, il transessuale brasiliano, Pinheiro Reis Duarte Hudson, per farsi fornire i chiarimenti necessari a ricostruire la morte di Samuele De Paoli, anche alla luce di quanto emerso dall’autopsia e dagli accertamenti tossicologici.
“Patrizia” (il nome d’arte del brasiliano), accusata dell’omicidio del 22enne di Bastia Umbra, difesa dall’avvocato Francesco Gatti, ha parlato dell’aggressione e del suo tentativo di difesa. Di come “lei” e il giovane siano caduti a terra e di come abbia portato la mano al collo di Samuele, per difendersi – dice, non sapendo che quella pressione al nervo vago, forse durata 10 secondi, avrebbe comportato la morte del giovane. Ha spiegato la sua reazione con la paura: “Mi stava ammazzando” ha detto agli investigatori.
Il transessuale, 43enne, ha raccontato al magistrato di essere stato picchiato con un bastone. Bastone o ramo che non è stato trovato dagli investigatori.
Al pm che ha chiesto a Pinheiro Reis Duarte Hudson, se oltre alla presa la collo avesse colpito la vittima con un pugno, lui ha risposto che non ricordava. Nelle prime dichiarazioni, però, aveva detto di sì, di essere riuscito a liberare la mano e a colpire la vittima con un pugno.
Quando il sostituto procuratore gli ha chiesto se fosse mai stato consapevole che quella colluttazione, quella violenza avrebbe potuto comportare qualcosa di grave, il transessuale ha risposto di sì, che aveva avuto paura per se stesso e anche per il giovane e che era fuggito. “Ho lasciato Samuele ancora in vita”, ma oltre alla telefonata ad un conoscente per farsi riportare sul luogo e aiutare il ragazzo non aveva fatto altro.
Al momento Pinheiro Reis Duarte Hudson rimane indagato a piede libero per omicidio preterintenzionale. Sulla base dei risultati autoptici e dell’interrogatorio il procuratore aggiunto potrebbe cambiare l’ipotesi accusatoria in omicidio volontario o proseguire con l’attuale accusa.