La Regione cerca acquirenti per Monteluce, il quartiere in sofferenza da quando l’ospedale Policlinico fu trasferito in massa al Silvestrini.
Per ora l’unica cosa certa è che la casa della salute non si farà più.
L’altra notizia negativa è che sono sempre più a rischio i tre milioni delle aziende che hanno fatto i lavori e non sono state pagate. Di questa situazione si è parlato in Consiglio regionale con l’assessore Michele Fioroni che ha sottolineato “le criticità dello strumento scelto per realizzare il comparto, con uno strumento perverso di finanza creativa”.
Per Fioroni ’su Monteluce sono stati bruciati soldi pubblici e rischiamo che alla fine a pagare il conto di questa operazione saranno le imprese coinvolte e i cittadini di Perugia”.
Una situazione – a parere dell’assessore – che potrebbe evolvere al peggio. E il futuro della casa della salute? “Ad oggi il pubblico non può prendersi nessuno impegno di acquisto perchè saremmo esposti ad un rischio di azione revocatoria”. Per adesso la giunta regionale ha cercato di ottenere una moratoria dei crediti per banche e creditori per non arrivare alla liquidazione del fondo, la data è fissata al 30 giugno ma c’è la richiesta di andare almeno all’autunno.
“Entro quel termine – afferma l’assessore Michele Fioroni – si cercherà di vendere in blocco il complesso di Monteluce, per sanare la situazione di imprenditori e banche ed evitare una liquidazione coatta legata alla mancanza di liquidità”.
“L’attuale situazione economica e patrimoniale del Fondo Umbria-Comparto Monteluce – ha detto Fioroni -, di cui la Regione, anche attraverso la propria partecipata Gepafin, dopo discutibili operazioni di compravendita, detiene il 52,64 per cento, in considerazione della complessa esposizione debitoria del Fondo nei confronti degli enti finanziatori, ma soprattutto nei confronti dei fornitori e sub-fornitori per la grande maggioranza costituiti da imprese locali, preoccupa il gruppo regionale della Lega.
Anche perché sta compromettendo il futuro e la continuità aziendale dei fornitori locali che hanno realizzato opere e fornito materiali per la realizzazione di una riqualificazione urbana mai terminata, e per la improcrastinabile esigenza di assicurare e rassicurare i cittadini umbri e perugini riguardo la messa in sicurezza ed il completamento di un cantiere a cielo aperto, consentendo così di rendere pienamente operativo ed efficiente un progetto altamente strategico per il futuro dell’Umbria e del suo capoluogo.