Nuove accuse per il magistrato Antonella Duchini, all’epoca pm e poi procuratore aggiunto a Perugia, ora trasferita alla Corte d’appello di Ancona, in virtù di un provvedimento disciplinare del Csm. La procura di Firenze, guidata dall’Aggiunto Luca Turco, contesta infatti ad uno dei suoi ex luogotenenti, Orazio Gisabella e alla stessa Duchini, il reato di falso commesso da pubblico ufficiale e di peculato, proprio in relazione a somme versate a dei consulenti, vale a dire ad un chirurgo estetico, parente dell’ex luogotenente Orazio Gisabella e alla compagna, di professione estetista, che avrebbero corrisposto all’ex Ros parte dei pagamenti per 400mila euro complessive delle consulenze affidate loro da Antonella Duchini, all’epoca pm e poi procuratore aggiunto a Perugia.
I mandati sarebbero stati firmati anche con firme apocrife, dopo che Gisabella aveva indicato i consulenti e predisposto tutti gli atti necessari per gli incarichi.
Sarebbero stati gli stessi consulenti individuati dai magistrati fiorentini a disconoscere le firme in calce ai mandati e a spiegare il meccanismo illecito nascosto dietro le prestazioni lavorative per la procura perugina. Compensi che sarebbero andati da 216mila a 19mila euro.
Nelle varie tranche dell’inchiesta sono sono indagati altri due carabinieri, oltre allo stesso Gisabella, alla Duchini, all’avvocato Pietro Gigliotti e all’imprenditore Valentino Rizzuto.
Al nome di quest’ultimo è legata l’accusa di corruzione in atti giudiziari. L’accusa più grave contestata al magistrato umbro. Secondo la ricostruzione accusatoria Rizzuto avrebbe corrisposto 108mila euro, oltre a viaggi costosi all’estero, al luogotenente mentre l’allora procuratore aggiunto avrebbe compiuto atti contrari ai propri doveri d’ufficio attraverso «la favorevole definizione per il Rizzuto» del procedimento a suo carico per associazione per delinquere e truffa e per «l’aver facilitato la favorevole definizione per il Rizzuto» del procedimento per bancarotta, pendente presso la procura di Roma. Uno strano intreccio di memorie tra pm, avvocati e coindagati finito nel mirino della procura fiorentina.