Gianluca Bellucci, imprenditore di Ponte Felcino che anni fa ha denunciato di essere stato vittima di alcuni esponenti della ‘ndrina collegata al clan Farao Marin Cola di Cirò Marina si è presentato in aula per esporre i fatti che lo hanno riguardato ed ha parlato di velate minacce.
Si sta aprendo un velo sui tentativi d’infiltrazioni nella realtà economica umbra attraverso estorsioni, incendi e minacce.
Dopo l’esame del pm Gemma Miliani, gli avvocati dei 49 imputati hanno cercato di scagionare i propri assistiti ed in parte hanno ottenuto il loro scopo perché le accuse sono sembrate più sfumate. Difatti alla domanda precisa “Lei ha avuto paura di Antonio Lombardo” la risposta è stata “Paura di tutti e di nessuno o per meglio dire soggezione”.
Ma più tardi il Bellucci ha detto che gli hanno detto di aderire sennò poteva accadere come in Calabria: “Tante volte qualcuno sparisce e i familiari lo cercano e non lo trovano più. Mi parlavano con tipico linguaggio mafioso”.
Il momento peggiore è stato quando la ditta edile, la GB costruzioni è fallita nel 2008 con debiti per circa 200mila euro verso società degli imputati che ad un certo punto hanno iniziato a chiedere i soldi indietro.