Alessandro Mazzoni, 30 anni, fu trovato morto impiccato in una albergo nel centro storico di Perugia, il 15 luglio scorso.
Aveva portato con sé l’abbigliamento per andare al lavoro il giorno dopo, aveva anche avvertito il portiere dell’albergo in zona Tre Archi di svegliarlo presto perché doveva recarsi in azienda.
Il cane che era con lui nella dependance abbaiava di continuo, hanno riferito i soccorritori che sono dovuti entrare dalla finestra. Il 30enne di Torgiano è stato trovato col guinzaglio del suo cane stretto intorno al collo e attaccato a una catenella giudicata troppo leggera per sostenere il corpo. E ancora: lui doveva incontrare la fidanzata per un incontro a sfondo erotico. Sono stati sequestrati tanga e indumenti intimi. Subito dopo lei, di origini iraniane, è risultata irreperibile. La famiglia della giovane non volevano che la figlia lo frequentasse. Una relazione osteggiata, quindi, come sovente accade nell’incontro tra due religioni.
La madre di lui ha detto a più riprese che voleva andare sino in fondo e che non c’erano evidenze che potessero far presagire un suicidio del figlio.
Così ha chiesto e ottenuto la riapertura dell’inchiesta, insieme al padre del trentenne.
La polizia di Stato è al lavoro per rintracciare e sentire fidanzata.
La polizia postale, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica, Tullio Cicoria, sta effettuando esami irripetibili sul cellulare di Mazzoni. Gli avvocati della famiglia del giovane sono Eleonora Magnanini e David Apolloni.