Indagato per stalking un carabiniere di 54 anni, della provincia perugina, sospeso dal servizio perché coinvolto anche in un altro procedimento per atti persecutori, stavolta nei confronti del proprietario di casa della 39enne.
La presunta vittima è una 39enne della provincia di Perugia. Come parte offesa c’è anche la figlia quattordicenne.
Per controllare la donna aveva installato sull’auto un dispositivo gps per vedere dove andava. E poi gli appostamenti, le lettere, e una serie di azioni inquadrate in quattro denunce come atti persecutori anche nei confronti del padrone di casa della donna perché era convinto fosse l’amante.
Come riporta oggi Il Corriere dell’Umbria, si tratta di un amore folgorante visto che la relazione è durata giusto tre mesi, come fa sapere Paola Pasinato, l’avvocato della donna. Che ora rischia di restare vittima di un corto circuito giudiziario. Sì perché ieri Pasinato ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione per il filone “madre”, quello che vede parte offesa la donna. L’indagine per atti persecutori a carico del proprietario di casa invece è approdata alla richiesta di giudizio immediato. “Ciò che risulta incomprensibile – spiega Pasinato nell’opposizione – è come sia stato possibile che la Procura si sia preoccupata di tutelare il proprietario di casa anche attraverso l’emissione di misure cautelari e contestando all’indagato il reato di stalking, sia nei confronti dell’uomo che della rispettiva moglie, mentre nei confronti della mia assistita, originario e principale destinatario delle persecuzioni, non solo non sono state adottate protezioni, seppur espressamente richiesto più volte nelle denunce della donna, ma è stata richiesta l’archiviazione del procedimento derubricando le condotte ad una mera contravvenzione. A causa di tale inspiegabile cortocircuito giudiziario ne è conseguito che da un lato è stata lasciata priva di qualsivoglia tutela e non creduta, dall’altro per gli atti persecutori meno gravi nei confronti del proprietario della sua abitazione si è arrivati alla richiesta di giudizio immediato”.
Dopo la richiesta di archiviazione da marzo scorso ad oggi, la 39enne ha presentato altre quattro denunce per sempre per stalking. Nell’atto della Procura della Repubblica di Perugia che punta a escludere il reato di atti persecutori si sostiene che “le azioni commesse dall’indagato nei confronti delle persone offese devono essere ricomprese nel reato di molestie, per cui si procede separatamente. Deve infatti evidenziarsi come nelle denunce emerga uno stato di fastidio piuttosto che di ansia ed effettiva preoccupazione”. Secondo il pm Giuseppe Petrazzini, riguardo l’installazione del gps “la preoccupazione della donna è insorta quando l’apparato è stato rinvenuto, ossia quando l’attività di captazione è venuta meno”. Solo un disagio , che sarebbe peraltro “non voluto” da parte dell’indagato. L’avvocato della donna controbatte: le abitudini di vita sì che sono cambiate. La 39enne è arrivata a domandare aiuto al centro antiviolenza, ha dovuto cambiare i numeri di cellulare, in più di un’occasione ha dichiarato di temere per l’incolumità sua e della figlia. L’uomo era arrivato a contattare la minorenne sui social. Da qui si richiede “un supplemento di indagine con l’incidente probatorio sulla parte offesa” e la verifica di una serie di testimoni mai vagliati, dall’ex compagno di lei alla collega di lavoro. E l’altra presunta vittima di stalking, per cui pende la richiesta del processo. Pasinato vuole anche una perizia sul gps. Il gip Natalia Giubilei si è riservata la decisione.