Le prefetture di Perugia e Terni fanno sapere che i migranti in Umbria si fermano di più che dalle altre parti d’Italia. La permanenza media nel centri temporanei di accoglienza è di 251 giorni, seconda a livello nazionale solo alla Puglia, a quota 327.
Il dato è stato elaborato dalla sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, nella relazione allegata alla delibera del marzo scorso proprio sui servizi di accoglienza tra il 2013 e il 2016.
Nel mirino i tempi delle commissioni territoriali, sovraccaricate di domande: alla fine dell’iter solo in minima percentuale i richiedenti possono dirsi rifugiati.
E alla fine di tutte le procedure meno del 4% di quelli che arrivano ottiene lo status di rifugiato.
Dal marzo 2015 al luglio 2017, e stavolta sono dati Anci Umbria, su 4.685 richieste di asilo complessive solo 183 (136 nella provincia di Perugia e 47 in quella di Terni) hanno ottenuto lo status di rifugiato. Il 3,9%. In 207 casi c’è stata protezione sussidiaria e 392 protezione umanitaria. Al netto delle irreperibilità su 3.355 domande espletate per 2.369 casi è stata rigettata la richiesta di protezione. Numeri anche in questo caso che si differenziano in peggio da quelli nazionali se, per riprendere il citato rapporto della Corte dei conti “nel 2016 in Italia il 56% delle richieste è stato respinto e solo il 13% dei richiedenti ha ottenuto lo status di rifugiato”.