A sei anni dall’inizio dell’inchiesta, a cinque dall’arresto di Giuseppe Sassaroli e dopo due anni di udienza preliminare, si registra ancora un rinvio per il processo per la gestione della raccolta differenziata e degli impianti Gesenu finiti nell’indagine dei carabinieri forestali per cui il procuratore Raffaele Cantone ha parlato di «escamotage ecomafiosi.
Dal 13 luglio si doveva aprire davanti al secondo collegio il dibattimento per l’allora direttore generale di Gesenu Giuseppe Sassaroli che, assistito dagli avvocati David Brunelli e Chiara Peparello, deve rispondere dell’accusa più pesante di associazione per delinquere insieme ad altre sei persone: Giuliano Cecili, Roberto Damiano, Silvio Marano, Luciano Sisani, Luca Rotondi e Renato Antonio Presilla. Associazione, invece, caduta per i fratelli Furio e Ferdinando Baldini (rinviati a giudizio per altri capi di imputazione), mentre Giosanna Pani, difesa dall’avvocato Giancarlo Viti, è stata prosciolta completamente.
Ma tutto è stato ancora una volta rinviato in quanto sono emerse delle incompatibilità di dei due giudici su tre che compongono il consiglio.