E’ stato catturato nella notte Domenico D’Andrea, il 38enne napoletano, condannato all’ergastolo per rapina e omicidio che ieri pomeriggio era evaso dal carcere di Capanne. Gli agenti della Squadra mobile, del dottor Gianluca Boiano, lo hanno individuato alle 23 nella zona di Prepo.
Alle 23.15 tre auto della polizia sono passate a grande velocità, a sirene spiegate in via Settevalli. In una c’era pure Domenico D’Andrea. L’uomo era andato alla stazione dei taxi di Fontivegge e ha chiesto a un tassista se poteva essere portato a Firenze. Il tassista aveva letto la notizia della fuga dell’ergastolano e ha messo in allerta la sua sala operativa. Allora la polizia ha organizzato una vera e propria battuta. Gli agenti hanno setacciato ogni via attorno alla stazione. E alla fine lo hanno individuato in via Ettore Ricci, mentre cercava di fuggire infilandosi nel boschetto accanto alla caserma della Guardia di Finanza.
L’allarme era scattato poco dopo le 13.30 e la fuga era avvenuta mentre il detenuto svolgeva attività lavorative nell’area esterna del carcere.
Nella zona era scattata una vera e propria caccia all’uomo coordinata dalla polizia penitenziaria, cui hanno partecipato tutte le forze di polizia. Le ricerche erano state condotto anche con l’elicottero.
Domenico D’Andrea, originario di Piscinola, è stato condannato per rapina e omicidio nel luglio 2007 per l’omicidio volontario di un edicolante Salvatore Buglione, l’edicolante di via Pietro Castellino a Napoli. Fu condannato per omicidio volontario con l’aggravante dei motivi futili e abbietti. Mille euro. La rapina di Pippotto e degli altri tre imputati finì col colpo di coltello al cuore dell’edicolante perché lui reagì. Pippotto ha sempre raccontato di essere stato alla guida dell’auto, ma di non essere sceso mentre i suoi complici aggredivano e poi uccidevano Buglione.
La sua è una storia deviata fin dall’adolescenza. A 13 anni venne ferito a una gamba da un carabiniere in borghese quando era già a capo di una banda che rapinava motorini al Vomero e all’Arenella. Ma quello non era il primo colpo che il ragazzino di Piscinola, quartiere a due passi da Scampia dove è nato e cresciuto, aveva messo a segno. Secondo Lettera43 da minorenne D’Andrea avrebbe collezionato otto rocambolesche evasioni dagli istituti minorili di mezza Italia.
Poi si è reso protagonista di decine di rapine. Una lunga corsa verso il baratro.
Il detenuto stava lavorando nell’area all’esterno del carcere di Perugia usufruendo dell’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario.
Appena si sono accorti della sua assenza, gli agenti hanno dato l’allarme ed è scattata una vera e propria caccia all’uomo.
Per il segretario del Sappe Donato Capece «la clamorosa evasione è una vicenda grave» considerata «frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce del Sappe sulle condizioni di sicurezza dell’istituto». Dal sindacato confermano che il recluso «era ammesso al lavoro nell’area esterne del carcere e ha colto l’occasione per fuggire scavalcando una cinta bassa, vista anche l’esiguità del personale presente nei servizi esterni»