Umbria in controtendenza nel primo trimestre del 2020. Il distretto della moda e dell’abbigliamento nel perugino e quello dell’olio in tutta la regione hanno fatto registrare dei sostanziosi incrementi con, rispettivamente, un piu 7,6 per cento e un più 5,8 per cento, contro la media nazionale.
Come riporta oggi Il Corriere dell’Umbria, il dato emerge dal monitor dei distretti dell’Umbria, realizzato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Dallo stesso studio emerge quindi che, mentre in Italia, in generale i distretti hanno registrato una contrazione del 7 per cento, in Umbria è stato riscontrato un più favorevole più 4, 9 per cento, con 183 milioni di euro.
Purtroppo, al contrario del distretto del tessile e quello dell’olio, il distretto del mobile dell’alta valle del Tevere ha fatto registrare una contrazione più accentuata (meno 13, 2 per cento) rispetto alla media nazionale (meno 10).
“Nel primo trimestre 2020 – si legge nel documento – la regione ha realizzato esportazioni per oltre 1 miliardo, in linea con il valore del primo trimestre 2019 (+0,8%) e meglio del dato italiano che ha segnato una riduzione del -1,9%”.
“Tra i principali Paesi di destinazione dei prodotti distrettuali – sta scritto ancora negli esiti dello studio – si rafforza il primato degli Stati Uniti (+2,6 milioni; +8,1%) e cresce la presenza in Germania (+7,4 milioni; +51,4%), soprattutto grazie all’impulso del distretto della maglieria, mentre si segnala una flessione di vendite verso il Regno Unito (-1,3 milioni; -10,7%) e verso il Giappone (-1,8 milioni; -18,3%)”. Capitolo Covid:
“L’impatto dell’emergenza Coronavirus sulle specializzazioni distrettuali umbre – sta scritto nell’atto – potrà causare nei prossimi mesi flessioni sia sul mercato interno, sia nelle vendite all’estero, condizionate inoltre dal crollo dei flussi turistici, che rappresentavano uno degli elementi attivanti soprattutto di beni di qualità elevata. Nel primo trimestre dell’anno, il distretto dell’olio, all’interno della filiera agro-alimentare, potrebbe aver beneficiato dell’effetto scorte che si è creato nelle fasi di lockdown da parte dei consumi privati in parziale sostituzione del calo del canale ho.re.ca, mentre i mobili dell’Alta valle del Tevere potrebbero in futuro risentire di una revisione dei consumi di beni durevoli, in un contesto in cui verranno privilegiati gli acquisti di beni necessari”.
Lo scenario viene definito “ molto incerto e fortemente condizionato da elementi di difficile valutazione, come il rischio di una seconda ondata autunnale della pandemia”. Ad ogni modo, dopo il crollo tra marzo e aprile, i primi indicatori macroeconomici disponibili per il mese di maggio hanno evidenziato un recupero rispetto al mese precedente.
“In questa delicata fase economica, la consapevolezza della ricchezza produttiva e di competenze espresse dalle imprese umbre spinge ancora di più Intesa Sanpaolo a sostenere gli imprenditori attraverso liquidità immediata ed interventi finanziari straordinari” dichiara Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo. “Grazie a plafond di credito aggiuntivo e ad una task force interna, in Umbria abbiamo erogato da inizio anno circa 3.500 finanziamenti di importo fino a 30.000 euro previsti dal DL liquidità, oltre a 230 operazioni di finanziamento a medio-lungo termine con garanzia del Fondo Centrale o di Sace. Complessivamente – conclude – dall’inizio dell’emergenza abbiamo erogato alle imprese umbre 4.200 operazioni di finanziamento a breve e medio-lungo termine, per un ammontare complessivo di oltre 250 milioni di euro”.