212 nuovi positivi, 13 morti e 273 guariti. Questi i dati della situazione Coronavirus in Umbria di ieri, aggiornati a domenica 28 febbraio.
Nonostante il numero dei guariti superi quello dei positivi, il trend dei decessi non accenna a fermarsi. Tra i 13 decessi registrati ieri, che portano il totale dei deceduti dall’inizio della pandemia nella nostra regione a 1.050, 7 sono di Perugia, mentre gli altri di Bastia Umbra, Foligno, Marsciano, Spello, Terni, oltre ad una vittima fuori regione.
Secondo una recente indagine di Altems (Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università cattolica del Sacro cuore), l’Umbria risulta essere la regione col più alto tasso di “mortalità grezza” che supera la quota di oltre mille decessi. I dati si riferiscono al periodo tra il 16 e il 22 febbraio, toccando punte intorno all’8,6 %, 8,37%, valori superiori di molto alla media nazionale che si attestano al 3,5% .
Nella giornata di ieri sono stati effettuati 2.230 tamponi molecolari e 2.229 test antigenici.
In aumento i ricoveri, 14 in più rispetto al giorno precedente per un totale di 513 pazienti ricoverati, di cui 77 in terapia intensiva.
Gli attualmente positivi nella nostra regione sono 8.141, 74 unità in meno rispetto al giorno precedente.
NOVITA’ SUI POSTI LETTO OSPEDALIERI
Le varianti del virus, nonostante le settimane di restrizioni sempre più stringenti, continuano a circolare nel territorio umbro. Per questo la Regione ha intenzione di arrivare a 726 posti letto, di cui 201 per la terapia intensiva e 561 per i pazienti acuti.
Nella giornata di martedì 23 febbraio, inoltre, l’assessore alla sanità Luca Coletto aveva promesso (in risposta ad un’interrogazione in consiglio regionale) di arrivare a 200 posti di terapia intensiva, aggiungendo che nel 2021 “sono previste 1.500 assunzioni e riusciremo a soddisfare le necessità legate all’emergenza”.
Secondo quanto previsto dal nuovo Piano di Salvaguardia:
- saranno attivati ulteriori 157 posti letto per i pazienti acuti (537 posti letto in totale a disposizione di cui 41 per la Terapia semintensiva);
- saranno attivati altri 74 posti letto di Terapia intensiva, di cui 56 in strutture esterne e 18 negli ospedali (201 in totale, sia per pazienti Covid che non);
- il precedente Piano di Salvaguardia prevedeva un massimo di 58 posti letto, tra cui 14 da realizzare al terzo piano dell’Ospedale di Terni e 14 presso la struttura di Civitanova Marche. Questi 28 posti letto non saranno riproposti in quanto sono contenuti nei 44 posti letto dei Moduli esterni inviati dalla Struttura Commissariale (dotazione che consente di avere ulteriori 16 posti letto in più rispetto al piano precedente);
- i posti letto verranno gestiti secondo i parametri previsti con i nuovi standard del Decreto rilancio: ci sarò un medico anestesista ogni quattro posti letto.
LA SITUAZIONE DELL’OSPEDALE DA CAMPO
Ha finalmente preso il via la formazione del personale dell’ospedale da campo, annunciato lo scorso 7 aprile in pieno lockdown e consegnato ufficialmente alla gestione del Santa Maria della Misericordia da parte della Regione Umbria lo scorso 6 febbraio, fino ad ora rimasto di fatto inutilizzato.
Domani, martedì 2 marzo, è prevista la presentazione del progetto di assetto al Collegio dei sanitari. Durante la prima prova non sono però mancati alcuni inconvenienti: il generatore di emergenza non è riuscito a partire.
L’ospedale da campo è stato recentemente al centro di varie polemiche, tra cui le critiche avanzate dal consigliere regionale Michele Bettarelli (Pd).
“Il piano di salvaguardia predisposto dalla Presidente Tesei e dal super consulente Bertolaso, nel novembre 2020 – ha dichiarato il consigliere – prevedeva l’ampliamento del numero dei posti letto nelle strutture ospedaliere ed extraospedaliere e l’incremento del personale sanitario, così come prevedeva che fosse operativo e disponibile il famigerato ospedale da campo, struttura salvifica più volte annunciata, pronta ad essere operativa (secondo quanto dichiarato), ma ancora vuota. È possibile che alcuni pazienti Covid siano stati trasferiti presso le strutture di altre regioni? Trasferimenti – osserva – che ammetterebbero non solo l’inefficienza del piano
regionale predisposto dal duo Tesei- Bertolaso, ma andrebbero a porre seri interrogativi sul perché di fronte a strutture pronte, ma vuote, ‘inattive’ per citare la Corte dei Conti, come l’ospedale da campo, si disponga l’eventuale trasferimento di pazienti Covid in altre regioni”.
“Per questo, per fare chiarezza – ha concluso il suo intervento Bettarelli -, ho chiesto se questi trasferimenti ci sono stati ed eventualmente quando e quanti i pazienti ‘covid’ umbri che sono stati trasferiti presso strutture ospedaliere al di fuori della nostra regione”.