I contagi da Covid-19 sono in crescita nella nostra regione, nonostante l’indice di trasmissione (Rt) sia sceso a 1,53 (rispetto al precedente Rt di 1,67).
La situazione si è aggravata, nell’ultima settimana, soprattutto per le terapie intensive e per i ricoveri in ospedale, la cui soglia di ciriticità è in preoccupante aumento. Il livello di allerta è arrivato al 30%.
A destare ancora più preoccupazione sarebbe lo scoppio di nuovi focolai, secondo quanto riporta l’ultimo monitoraggio da parte del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità per l’Umbria in riferimento alla settimana 26 ottobre – 1 novembre. Attualmente in Umbria sono ben 105 i focolai attivi.
L’Umbria rischia di passare dallo status di regione in zona gialla a zona arancione, il che comporterebbe ulteriori limitazioni e strette previste dall’ultimo DPCM.
Se da un lato la percentuale dei tamponi con esito positivo sul totale sia in aumento (31,2%), la capacità di diagnosi ha accelerato i tempi: passano 24 ore in media tra la data iniziale dei sintomi e l’inizio dell’isolamento.
RSA E OSPEDALI
Aumentano i nuovi casi anche all’interno delle strutture residenziali e negli istituti di cura, per un totale di 37 strutture interessate su 41 in Umbria.
11 sono i nuovi casi positivi al Serafico di Assisi (centro riabilitativo per disabili), di cui 9 ospiti e 2 operatori, tutti asintomatici.
Crescono anche i contagi all’interno degli ospedali umbri: 4 i nuovi casi positivi tra il personale sanitario all’ospedale della Media Valle del Tevere e 5 tra medici e infermieri presso l’ospedale di Orvieto.
Non mancano i contagiati nemmeno nelle strutture di Foligno, Branca, Perugia e Terni.