Dopo il reddito di inclusione e di cittadinanza, il Governo sta lavorando sull’introduzione del reddito di emergenza.
Si tratta di una misura di sostegno destinata a chi è in difficoltà economica per colpa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Coronavirus.
Già da alcune settimane la maggioranza giallorossa del Conte-bis sta discutendo sull’opportunità o meno di introdurre il sussidio.
In concreto si tratta di un assegno che può arrivare fino a 800 euro – 400 per i single e 800 per le famiglie – per chi, appunto, fa fatica ad arrivare a fine mese a causa del Covid-19.
La platea dei beneficiari del bonus non è stata ancora ufficialmente definita, ma secondo le stime dell’esecutivo il provvedimento di sostegno dovrebbe andare a fornire supporto a un milione fra famiglie e cittadini in difficoltà finanziarie e sociali, che potranno avanzare la richiesta fino a luglio.
Però attenzione: il bonus non sarà elargito a tutti in modo indistinto, occorre rientrare nei requisiti che le forze di Governo stanno delineando. Da quanto emerge, i paletti che stabiliscono o meno se un soggetto o un nucleo familiare può ricevere il sussidio saranno quattro.
I requisiti per l’assegno da 800 euro
Venendo ai requisiti, così come scritto dal Corriere della Sera, ecco le 4 condizioni sine qua non:
1) residenza taliana
2) reddito mensile non superiore ai 400 per i singoli individui e di 800 per i nuclei familiari
3) patrimonio mobiliare 2019 inferiore ai 10.000 euro per i single e ai 20.000 euro per le famiglie
4) Isee inferiore ai 15.000 euro.
Esclusi dal reddito di emergenza tutti coloro i quali già ricevono altri contributi, come quelli concessi ai liberi professionisti, lavoratori autonomi, partite Iva, lavoratori agricoli e stagionali del settore turistico.
Però, attenzione: il reddito di emergenza è compatibile con quello di cittadinanza, ma in questo caso l’assegno sarà riconosciuto come un’integrazione e mai a superamento della soglia degli 800 euro.
La durata dell’assegno
Le forze della maggioranza stanno discutendo su questo punto, visto che c’è chi spinge per una durata di 90 giorni e chi invece punta a una misura più contenuta nel tempo e che rimanga in vigore “solamente” due mesi.
Inoltre, qualcun altro punta a trasformare il reddito di emergenza in un aiuto elargito dalle casse dello Stato a chi ha i requisiti solo una volta.