Accordo pronto tra Regione e Federazione italiana medici pediatri dell’Umbria (Fimp), per la somministrazione facoltativa di circa 20 mila vaccini antinfluenzali per i bambini da 6 mesi a 3 anni, al fine di limitare la diffusione di due virus e permettere di individuare con più immediatezza il Coronavirus.
Lo riporta Il Corriere dell’Umbria, ricordando che la situazione della pandemia coinvolge anche il mondo della pediatria che, convinto della necessità di riaprire le scuole, si interroga sull’uso della mascherina. Intanto l’Anci, l’associazione dei Comuni, chiede un tavolo di coordinamento alla Regione.
“La situazione della scuola è certamente delicata”, spiega il segretario della Fimp dell’Umbria Gianni Di Stefano.
“A livello regionale abbiamo trovato l’accordo con la Regione per la vaccinazione facoltativa contro l’influenza dei bambini da sei mesi a tre anni. Parliamo di circa 20 mila dosi che, per questa fascia di età, non sono facili da reperire. Infatti l’iter si è bloccato e la firma non è stata posta proprio perché c’è un problema di produzione da parte della case farmaceutiche. La vaccinazione, sempre su base volontaria, sarebbe gratuita e può essere fatta nei nostri studi, oppure presso i distretti sanitari. Questo tipo di intervento è importante perché la circolazione di due virus, quello influenzale e quello del Covid-19 che hanno molti sintomi uguali, è un problema. Se riuscissimo a eliminarne uno sarebbe dunque più facile fare la diagnosi dell’altro”.
“E poi – aggiunge il segretario regionale – c’è un problema di protezione da assicurare a soggetti deboli come i nonni”.
Il dibattito sull’uso delle mascherine non può bloccare la riapertura degli istituti scolastici. Ne è un convinto assertore il vice sindaco di Perugia, Gianluca Tuteri, che prima di essere amministratore è pediatra di lungo corso.
“Personalmente sono d’accordo con quegli esperti secondo i quali i bambini contraggono e diffondono con molta difficoltà il Covid”.
Se l’uso della mascherina è difficile per gli adulti, secondo Tuteri, lo è ancor di più per i bambini che, però, “non possono restare a casa. Sarebbe scellerato adottare ulteriori provvedimenti di chiusura delle scuole. I bambini hanno già pagato a caro prezzo il nostro egoismo”.