Essere guariti dall’infezione prodotta dal Covid-19 con 2 tamponi negativi e che siano trascorsi almeno 14 giorni dall’esito negativo del secondo test, avere un’età non superiore a 60 anni, non aver effettuato trasfusioni di sangue e, per le donne, non aver mai partorito: ai soggetti in possesso di questi requisiti l’Assessorato regionale alla Salute e il Centro regionale Sangue rivolgono l’appello a donare il plasma iperimmune quale arma contro la polmonite da virus Covid-19
“L’infezione da virus Sars-Cov-2 è attualmente una grave emergenza mondiale e al momento non esiste un trattamento specifico di provata efficacia. Il Centro Regionale Sangue d’intesa con l’Assessorato alla Sanità – spiegano l’assessore, Luca Coletto, e il direttore del Centro regionale sangue, Mauro Marchesi – ha aderito ad uno studio sperimentale multicentrico promosso dalla Regione Toscana per utilizzare a scopo terapeutico il plasma iperimmune di pazienti convalescenti e guariti dal Covid-19 sui malati con polmonite. La possibilità di ottenere immediatamente l’immunizzazione contro agenti infettivi somministrando anticorpi specifici contenuti nel plasma ottenuto dai soggetti guariti, ha dimostrato una possibile efficacia in pazienti affetti da polmonite da COVID-19 e risultano già pubblicate esperienze preliminari incoraggianti”.
Com’è accaduto per altre precedenti epidemie virali quali per esempio Ebola, MERS-CoV (Middle East respiratory syndrome coronavirus, MERS-CoV), H1N1pdm09 (pandemic 2009 influenza A H1N1),l’uso di plasma da soggetti convalescenti sopravvissuti all’infezione può avere un ruolo terapeutico, soprattutto perché facilmente realizzabile e poco rischioso.
La possibilità di raccogliere il plasma mediante procedura di plasmaferesi con rapidità ed efficacia mettendolo immediatamente a disposizione del paziente che ne abbia necessità, rappresenta in questo momento una possibilità terapeutica ulteriore.
Ad oggi, tuttavia, non esistono studi in letteratura che ne dimostrino la fattibilità e l’efficacia nell’ambito dell’epidemia mondiale di SARS-CoV-2. Lo studio necessita quindi, della partecipazione di un numero ampio di soggetti e, per questo, la Regione Umbria credendo in questa possibile arma terapeutica, d’intesa con le Associazioni di Volontariato, che si ringraziano per la collaborazione, invita i donatori di sangue ed emocomponenti ad offrire la loro disponibilità nel donare plasma con la consueta procedura della plasmaferesi.
I soggetti interessati a partecipare al progetto, possono prendere contatto con il Centro Regionale Sangue Servizio Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia (Centro di reclutamento Regionale) preferibilmente al seguente indirizzo mail: b.lucianipasqua@ospedale.perugia.it (in alternativa al numero di telefono 0755783628 dalle ore 12 alle 14 dal lunedì al venerdì) fornendo il nome, cognome, data di nascita, residenza e numero di telefono al quale può essere ricontattato per fissare l’appuntamento presso la sede che risulta più comoda.
Plasma immune, le mamme non possono donare
Sulla Nazione di oggi un servizio di Erika Pontini parla delle mamme che non potranno donare il plasma iperimmune per curare i malati Covid di polmonite. Il motivo è che sono venute a contatto con il sangue del feto. Per questo il loro plasma potrebbe quindi rivelarsi dannoso, se non letale, per l’utilizzo a scopo terapeutico, e quindi sono escluse dalla nuova battaglia sperimentale contro il virus. E’ una delle regole per selezionare i donatori al Centro trasfusionale del Santa Maria della Misericordia di Perugia, che ha aderito allo studio sperimentale multicentrico toscano. Gli altri paletti sono: essere guariti (2 tamponi negativi), che siano trascorsi almeno 14 giorni dall’esito negativo del secondo test,, avere meno di 60 anni e non aver effettuato trasfusioni. Una decina di volontari si sono fatti avanti e domani potrebbe iniziare la selezione. Ma già oggi saranno contattati tutti i Covid guariti che figurano negli elenchi dei donatori di sangue e quindi hanno prestato consenso al trattamento dei dati. Per gli altri è partito l’appello dell’assessore Luca Coletto e del direttore del Centro, Mauro Marchesi perché, in base alla legge sulla privacy, non possono essere contattati d’iniziativa, attingendo dalle liste della sanità pubblica. Si stima però che risponderà ai requisiti 1 paziente su 10. «Bisogna fare alla svelta perchè non sappiamo quanto durano gli anticorpi. E non tutte le persone avverte Marchesi possono essere sottoposte a plasmaferesi (sottrazione di plasma). La legge sulle trasfusioni regola i parametri sanitari e le caratteristiche fisiche per poter diventare donatore e in questo caso si tratta di paletti ancor più stringenti». Soprattutto sul fronte dell’indagine epidemiologica. Se per donare il sangue si eseguono esami Hiv, epatiti per il plasma iperimmune lo spettro si allarga. Una volta completato lo screening il plasma sarà sottoposto all’inattivazione virale grazie al macchinario appena arrivato al ‘Centro’ mentre, al momento, per il dosaggio degli anticorpi neutralizzanti Perugia si appoggerà ai laboratori di Pisa. «Non tutti i soggetti hanno sviluppato anticorpi per neutralizzare il virus», spiega ancora Marchesi. Che annuncia la futura attivazione di un super laboratorio perugino. «Attualmente sono pochi quelli attrezzati tra cui lo Spallanzani, Pisa e Padova ma con la dottoressa Francisci (direttore delle Malattie infettive, ndr) siamo in procinto di attivare un laboratorio superprotetto per coltivare il virus e dosare gli anticorpi neutralizzanti». L’obiettivo è una banca dati del plasma iperimmune con una dotazione di 120 litri per trovarsi preparati dinanzi ad una possibile recrudescenza dell’epidemia e avere a. disposizione «un’arma come questa. E’ vero che ci sono numeri esigui per dimostrare la sua efficacia ma basti pensare che anche l’Fbi ha aperto la raccolta di plasma. Da ogni guarito sottolinea Marchesi riusciamo a estrarre 600 ml di plasma che viene diviso in tre sacche da 200 ml e somministrato al paziente per tre giorni». I soggetti interessati a partecipare al progetto, possono contattare il Centro. Mail: b.lucianipasqua@ospedale.perugia.it oppure 0755783628 dalle 12 alle 14 dal lunedì al venerdì.