La Corte dei Conti ha aperto un nuovo fascicolo sulla gestione dell’emergenza coronavirus da parte della Regione Umbria.
Nel mirino l’acquisto del lotto da 15mila test sierologici rapidi avvenuto a fine marzo tramite un affidamento diretto alla Vim di Città di Castello. In particolare la Corte dei Conti vuole vederci chiaro sull’acquisto del lotto da 15mila test pungidito dalla Vim spa di Città di Castello e prodotti dalla Screen Italia srl, avvenuto a fine marzo tramite un affidamento diretto, in deroga al codice degli appalti grazie all’emergenza coronavirus.
La Guardia di Finanza di Perugia ha chiesto alla Regione Umbria la documentazione relativa alla procedura utilizzata per l’acquisto, al prezzo pagato per i test e al loro livello di specificità e sensibilità. La questione, che nei giorni scorsi è stata oggetto anche di una dura polemica politica tra la giunta e le opposizioni in consiglio regionale, è finita anche in Parlamento con il commissario umbro del Pd Walter Verini che ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza parlando di “un’opaca vicenda”.
Della questione se ne è occupato anche un servizio andato in onda nella trasmissione di Rai 3 Report. Ieri mattina, nel corso della seduta dell’assemblea legislativa, il consigliere regionale, Tommaso Bori, ha presentato una mozione con cui chiedeva di trattare immediatamente la questione, ma è stata bocciata da 12 consiglieri contro gli 8 a favore. Al termine della seduta abbandonata dall’opposizione, gli stessi consiglieri hanno annunciato che chiederanno un incontro al Prefetto perché “la giunta Tesei – scrivono in una nota – insieme alle forze di centrodestra, si ostina a violare le normali regole della democrazia e le leggi sulla trasparenza, ignorando da mesi le nostre istanze ed ogni richiesta di chiarezza sugli atti”.
Nel corso della serata Palazzo Donini ha emesso una nota che recita: “In merito ad alcune ricostruzioni giornalistiche avvenute in questi giorni, circa l’acquisto dei cosiddetti test rapidi da parte della Regione Umbria, e in relazione alle polemiche espresse anche quest’oggi in Assemblea legislativa, l’Ente precisa che tali ricostruzioni risultano essere parziali e in molte parti distorsive della realtà dei fatti, dimostrabile, oggettivamente, grazie a documentazioni e carteggi”. Atti che, secondo la Regione proverebbero la correttezza dei passaggi che hanno portato all’acquisto dei test sierologici dal distributore umbro.
“L’Amministrazione regionale – sta ancora scritto nella nota – attraverso i suoi rappresentanti, è disponibile sin da subito a partecipare alla riunione del Comitato per il controllo e la valutazione dell’Assemblea allo scopo di poter fornire una ricostruzione realistica e scevra da sensazionalismi e strumentalizzazioni politiche, così come l’Ente ha già provveduto a fare attraverso la consegna di dettagliata documentazione agli organi competenti che ne avevano fatta richiesta”. Vale a dire alla guardia di finanza a cui la Procura della Corte dei Conti ha dato mandato di acquisire tutta la documentazione utile.