Gli hanno simbolicamente consegnato le chiavi di nove locali, tra bar e ristoranti di Perugia. Locali che, con l’assenza di aiuti mirati e con l’allontanamento della data in cui potranno riaprire, rischiano sempre più di non rivedere la luce.
Come riporta oggi anche il Corriere dell’Umbria, sono stati i rappresentanti di Horeca, Enrico Guidi del ristorante “Il Cantinone” e Simone Ragni del ristorante “Regina” ad andare dal primo cittadino di Perugia, Andrea Romizi con le chiavi di nove locali di loro colleghi con cui sono continuamente in contatto in cerca di vie d’uscita e strategie di sopravvivenza.
Che per molti forse, neanche ci sarà.
Tanti locali infatti sono a conduzione familiare, per cui interi nuclei non percepiscono un centesimo da tre mesi ormai. Mentre invece continuano a ricevere bollette da pagare, rate di prestiti, affitti e quelle tasse locale che tanto vorrebbero vedersi ridotte. Una su tutte: la Tosap. Il sogno degli esercenti è l’annullamento della tassa comunale per l’occupazione del suolo pubblico. Un’altra istanza è quella che riguarda la Tari: “Perché dovremmo pagare per intero anche se siamo stati chiusi e non abbiamo prodotto nulla e anche quando potremo riprendere non avremo certamente i umeri di prima?”. Al Comune si chiede anche un aiuto per gli affitti se gli immobili sono di proprietà di Palazzo dei Priori. E infine una revisione sul costo della fornitua di Umbra Acque. Nell’ottica di una ripartenza che diventa sempre più ad ostacoli, sia per tempistiche che per modalità. Tutti i locali infatti, partendo dal necessario distanziamento da cui non si potrà prescindere perderanno coperti.
In altri comuni italiani, come Bari, ai locali è stato concesso più spazio all’aperto senza costi aggiuntivi. A questo proposito, al sindaco Romizi abbiamo chiesto se Palazzo dei Priori sta cercando di venire incontro ai tanti ristoratori penalizzati. “C’è un approfondimento in corso – spiega il primo cittadino – gli assessorati e gli uffici competeneti stanno studiando le fattibilità di varie ipotesi”. Ieri il sindaco, che ha ricevuto le chiavi dopo la protesta di martedì sera con le insegne accese, ha detto, rivolgendosi ai ristoratori: “Le vostre preoccupazioni sono anche le mie, in quanto cittadino e amministratore di questa città. E pur avendo chiaro l’obiettivo dell’uscita in sicurezza dalla pandemia, dobbiamo tenere in altissima considerazione i temi e le questioni che riguardano l’intero tessuto socio-economico della nostra comunità, individuando tutte le misure che consentano di sostenerlo fino alla completa ripartenza di tutte le attività”.