Domenica 5 aprile, vista la bella giornata, un padre ha deciso di portare fuori il proprio bambino per farlo distrarre un po’ in un parco a Perugia. Il piccolo, una volta sceso sotto casa, ha visto l’altalena e ha voluto farci un giro. Poco dopo però sono arrivate le forze dell’ordine impegnate nei controlli di routine e hanno invitato il genitore a farlo scendere dal gioco.
Il ragazzino ci è rimasto male, ma a niente è valsa la documentazione della Usl, subito mostrata ai militari insieme all’autocertificazione, dove era attestato che il piccolo è affetto da disturbo dello spettro autistico e dunque le sue necessità di svago andrebbero tutelate con più elasticità pur nel rispetto delle regole imposte dal ‘tutti a casa’.
La notizia ha fatto il giro del quartiere e in tanti hanno commentato l’episodio con un velo d’amarezza.
Sulla vicenda c’è da registrare l’intervento del Questore di Perugia Antonio Sbordone, che in una lettera alla Nazione scrive:
«Gentile Direttore, in questi giorni la Polizia di Stato è impegnata, come tutte le Forze dell’Ordine, a far rispettare regole durissime che prevedono addirittura la compromissione di diritti fondamentali inalienabili. E’ un compito difficile, al quale non eravamo preparati, poi-chè abituati a contrastare le illegalità e le violenze. Ma ab-biamo imparato a farlo, per-ché alla fine la nostra missio-ne è quella, e la abbiamo nel Dna: tutelare le persone, in primo luogo le più deboli ed esposte. Ho dall’inizio di que sta drammatica vicenda chie sto ai miei uomini di far proprio l’approccio giusto nell’effettuare i controlli richiesti. Un approccio basato sul garbo, sulla pazienza e, in ultima analisi, sul buon senso. Rigore e buon senso quindi devono essere le linee guida nell’esecuzione dei controlli su strada. E’ ben probabile che si verifichi qualche criti-cità alla luce di quanto ho rappresentato. E’ possibile che qualche cosa poteva essere gestita meglio anche nell’episodio del bambino sull’altalena riportato dal vostro giornale. Di questo me ne scuso, innanzitutto con la famiglia e con l’intera comunità. Tuttavia è da chiarire che anche in quella circostanza il personale è stato animato dall’intenzione di tutelare i cittadini e soprattutto il piccolo. Ma soprattutto tengo a rimarcare che quando si dice che la Polizia di Stato è al servizio del cittadino non si esprime solo uno slogan ma una ragion d’essere. Anzi, oggi ancor di più, la Polizia è al servizio del cittadino e della Comunità».