Dati che fanno ben sperare: il numero dei positivi in Umbria sembra tornato ai livelli registrati i primi di ottobre, prima dell’inizio del vertiginoso aumento della curva epidemiologica.
Nella giornata di ieri, martedì 2 dicembre, i 4376 tamponi effettuati hanno rilevato la positività di 144 persone, con un’incidenza del 3,2%: il 9 ottobre erano 132.
Il numero dei guariti (691) supera di molto quello dei nuovi positivi; diminuiscono anche i ricoveri e gli accessi in terapia intensiva.
Non si arrestano tuttavia i decessi, 8 nella giornata di ieri.
A proposito del miglioramento della situazione, l’epidemiologo Fabrizio Stracci ha avanzato alcune importanti proposte per non sprecare il vantaggio accumulato.
Prime tra tutte: non ripetere gli errori dell’estate e ripartire dal contact tracing.
A tal proposito, il direttore del Dipartimento di igiene e prevenzione spinge per la valutazione di un “modello Bolzano”, con conseguente screening a tappeto per individuare gli asintomatici.
Secondo il Professor Stracci andrebbero inoltre rafforzate ulteriormente alcune regole e misure: “Ci sono luogi ipercontrollati come ad esempio le scuole. Altri nulla. Invece va verificato tutto […]. Adesso noi sappiamo davvero se gli infettati scolastici lo abbiano preso fuori o dentro i plessi? Molto spesso no. Così come non lo sappiamo per gli ospedali.
Ci servirebbero anche informazioni più dettagliate. Ma si può ripartire da qui”.
L’attività di tracciamento dei contatti nel frattempo prosegue grazie al lavoro e impegno dei 150 studenti di medicina dell’Università di Perugia, che sono riusciti a recuperare le indagini epidemiologiche arretrate, rimaste indietro di settimane.