Gli imputati, spiegano i magistrati, devono restare agli arresti domiciliari perché si prevedono nuovi sviluppi via via che si analizzano le registrazioni e soprattutto bisogna verificare se i risultati di altri concorsi, come appare sempre più probabile, siano stati alterati coinvolgendo altri personaggi del sottobosco politico e della sanità umbra.
Più si va a ritroso negli anni e più gli inquirenti si accorgono che addomesticare i risultati, suggerire le soluzioni ai test, immettere nel sistema sanitario gli ‘amici’ ed i compagni di partito era la regola e non l’eccezione, di conseguenza si allunga l’elenco degli inquisiti, dei sospettati e la necessità di trovare riscontri probanti.
Nell’inchiesta tanno finendo dirigenti di farmacie, massoni e tutto un mondo di corruzione che, nell’immaginario collettivo, sta facendo apparire la Regione una sorta di cosca mafiosa che faceva il bello ed il cattivo tempo su nomine, assegnazioni… e non siamo che all’inizio perché se si andasse ad approfondire come sono state assegnate consulenze ben remunerate a politici di lungo corso, sempre della stessa ‘famiglia’, ci sarebbe da inquisire una miriade di persone che hanno campato e campano a spese dei contribuenti, solo per far perpetrare un potere che non ha nessuna intenzione di passare la mano.
Il lavoro, tra vecchie e nuove inchieste, è enorme e ci vorranno anni e un maggior numero di inquirenti se si vogliono ottenere dei risultati, per cui il timore è che sarà quasi impossibile venirne a capo.
Perché sotto inchiesta è tutto un sistema di potere che si è protratto per decenni ed ha pervaso tutta la società regionale, perché i favori c’era chi li dava e chi li riceveva ed a troppi faceva comodo questo sistema corrotto.
C’è un gran lavoro anche per gli avvocati che dovranno smontare le tesi accusatorie, trovare una diversa interpretazione ai contenuti delle intercettazioni, giustificare comportamenti ed azioni sospette, di sicuro c’è che la sanità umbra ne esce molto male.