“La politica aziendale relativa alle assunzioni del personale, medico dirigenziale e non, è stata piegata in modo sistematico dal Direttore generale a logiche clientelari tanto interne quanto rispondenti agli interessi, estranei al buon funzionamento del servizio sanitario, veicolati dai vertici istituzionali e regionali e della classe politica locale”. Lo scrive il gup, Lidia Brutti, nelle pagine conclusive delle motivazioni depositate per la condanna in abbreviato a 3 anni nei confronti dell’ex dg del Santa Maria della Misericordia, Emilio Duca.
Come riporta il Corriere dell’Umbria, nelle 290 pagine, il gup, dà atto all’ex numero uno del Silvestrini che “la direzione dell’azienda da parte sua è stata caratterizzata da una gestione finanziaria e organizzativa dei servizi sanitari che, tenendo conto dei risultati di bilancio e delle testimonianze acquisite, deve reputarsi essere stata efficiente”. Però è emerso anche tutto il resto, le logiche clientelari nelle assunzioni. “Lo stesso Duca – annota il giudice che ha pure accolto il patteggiamento a due anni con pena sospesa dell’ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi – ha mostrato più volte di essere pienamente consapevole delle illiceità che conseguivano al supino recepimento di tale condizionamento, che egli stesso in un momento di sfogo carpito dall’attività di captazione, ha palesato di reputare non rispondente all’interesse della collettività. Duca ha inteso dichiarare, nel corso del suo esame, che l’insofferenza che egli, in più occasioni nel corso del monitoraggio captativo ha manifestato in relazione alle pressioni provenienti dal mondo politico con riguardo ai concorsi, erano il portato del suo trovarsi schiacciato tra istanze contrastanti, di cui egli non era diretto portatore, ma che piuttosto, cercava di contemperare l’interesse preminente dell’Azienda”.
“Tuttavia – affonda il gup – la ricostruzione investigativa ha reso evidente, sulla base di elementi difficilmente smentibili, che egli non ha mai considerato la possibilità di discostarsi da tale logica clientelare e resistere alle pressioni. Il dg aveva del resto tutto l’interesse a preservare il gradimento che l’ambiente politico locale gli aveva accordato, da cui dipendeva direttamente ( per i vertici regionali) e indirettamente, la sua conferma nell’incarico dirigenziale a termine, ovvero, in ogni caso, la conservazione della sua collocazione nell’elite manageriale della sanità umbra”. Lunedì prossimo si torna in aula per il processone di Concorsopoli in cui sono imputati, oltre lo stesso Duca, pure l’ex presidente Catiuscia Marini e l’ex segretario del Pd umbro, Gianpiero Bocci.