Il Presidente della Coldiretti Umbria, Albano Agabiti, durante l’audizione di oggi, giovedì 11 febbraio, in II e III Commissione Consiliare dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria, in merito a “Interventi per il controllo degli ungulati” indetta su richiesta della Coldiretti Umbria, ha proposto l’stituzione da parte della Regione di un Tavolo permanente sul problema cinghiali che metta insieme tutti gli attori coinvolti da questa pesante questione, accentuatasi con l’emergenza Covid e che si aggraverà ancor di più in primavera.
Nell’illustrare il contenuto del Manifesto Coldiretti denominato “Tuteliamo territorio e imprese”, il presidente Agabiti ha ricordato come siano necessarie misure straordinarie e ordinarie. Tra le prime, l’adozione di un piano di controllo della specie cinghiale, che preveda l’utilizzo di ogni strumento possibile; inoltre, la possibilità per l’agricoltore in possesso di licenza, di intervenire direttamente o allestire trappole idonee alla cattura di cinghiali che si trovano all’interno del proprio fondo, previa comunicazione agli organi preposti senza il rispetto del termine attualmente previsto.
Tra quelle ordinarie, la richiesta alla Regione di un tavolo “tecnico” permanente che si riunisca con continuità, con tutti gli attori interessati ad arginare il problema ciascuno per le proprie competenze e che porti a proposte condivise su diversi temi. Censimento della specie; definizione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale e piani di controllo specifici; pubblicazione dei dati; maggior coinvolgimento degli Enti gestori delle aree naturali protette; contributi concreti e proporzionati agli agricoltori, per l’acquisto di strumenti ecologici di prevenzione; maggiore tempestività nel riscontro dei danni ed indennizzi puntuali.
“Se serve – secondo Agabiti – una migliore gestione del territorio attraverso gli Atc, è necessaria anche la costruzione di una filiera tracciata per la commercializzazione della carne degli ungulati, che possa trasformare il problema in risorsa”.
“I cinghiali – ha ricordato tra l’altro Agabiti – continuano a danneggiare le campagne, biodiversità e ambiente, mettendo a rischio pure la sicurezza dei cittadini sulle vie di comunicazione e all’interno delle città, ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina africana”.
“Nella convinzione che la soluzione all’emergenza cinghiali non possa essere univoca, è necessario coinvolgere tutti i “mondi” interessati in uno spirito collaborativo; la nostra mobilitazione in difesa del diritto a produrre degli agricoltori e per la sicurezza della comunità – afferma Agabiti – proseguirà nei prossimi giorni, con l’incontro di altri rappresentanti delle Istituzioni ai vari livelli. In quest’ambito – prosegue Agabiti – registriamo con grande soddisfazione il tempestivo impegno del Presidente dell’Assemblea Legislativa Marco Squarta con l’annuncio della presentazione di una mozione sul problema, che recepisce la gravità della situazione che gli abbiamo testimoniato ieri con la consegna del Manifesto stesso”.
LA MOZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA MARCO SQUARTA
“La tutela dell’ambiente e della sicurezza pubblica per evitare l’abbandono delle terre e la massiccia presenza di ungulati in Umbria” è il tema al centro di una mozione di cui Marco Squarta (FdI-presidente Assemblea legislativa) annuncia la presentazione, con l’obiettivo di sollecitare alla Giunta regionale “un censimento della presenza dei cinghiali, in vista di un contenimento della specie, ulteriori risarcimenti per gli agricoltori che hanno subìto danni e una conseguente riorganizzazione dell’attività venatoria mirata a tutelare i campi coltivati e a prevenire gli incidenti stradali, anche mortali, provocati da questi animali”.
Squarta ha fatto sapere di raccogliere “l’appello della Coldiretti affinché venga avviata una risoluzione a questo annoso problema, mai risolto dalle precedenti amministrazioni, sul quale l’assessorato all’Agricoltura si è mostrato sensibile e sta predisponendo azioni mirate ed efficaci”.
Nel ricordare che “su questo argomento è in corso una discussione anche in Terza Commissione, affinché i cinghiali vengano inseriti nell’elenco della caccia di selezione”, Squarta ricorda che “ci sono circa 9 mila cinghiali in più rispetto allo scorso anno. Durante la stagione venatoria 2020/2021, infatti – ha spiegato -, anche a causa dei lockdown che ha comportato una diminuzione del numero di battute di caccia, sono stati abbattuti 9.432 capi rispetto ai 18.337 dell’anno precedente”.
Nel sottolineare la “gravità e l’emergenza della situazione sotto il profilo sanitario, sociale ed economico”, Squarta, “alla luce dell’aumento esponenziale del numero di cinghiali in circolazione che allo stato attuale non vengono e non verranno abbattuti”, evidenzia gli “ingenti danni procurati all’agricoltura, quelli all’ambiente e i rischi legati alla sicurezza dei cittadini e alla viabilità. Senza dimenticare i rischi legati all’epidemia contagiosa e letale della peste suina africana che potrebbe infettare interi allevamenti suinicoli in Umbria”.
Per Squarta, si tratta, perciò, di “un problema non più sostenibile, non soltanto per il mondo dell’agricoltura e della zootecnia, ma anche per la tutela del territorio in termini di sicurezza e igiene. Purtroppo questa situazione costringe molti imprenditori agricoli ad abbandonare le proprie terre distrutte dai cinghiali, perciò va ripensata una diversa politica di gestione e controllo della fauna selvatica. Da parte mia – ha concluso Squarta – posso assicurare la piena disponibilità, in collaborazione con l’assessorato, per quanto nelle mie competenze, per sostenere le proposte di Coldiretti”.