Un detenuto del settore psichiatrico ha tentato di ferire un agente della penitenziaria con una lametta, fortunatamente l’intervento dei colleghi ha impedito che lo potesse ferire.
I sindacati dei lavoratori del carcere lamentano da tempo un clima pesante e chiedono interventi che evitino casi del genere. Ma come se non bastasse un altro detenuto, un 30enne abruzzese, dello stesso settore ha dato fuoco alla sua cella facendo evacuare 40 persone.
Il protagonista della vicenda aveva dato vita ad episodi simili anche nel carcere di Terni.
“E’ veramente una situazione allucinante, tanto più grave se si considera che questa è l’ennesima aggressione che avviene in un carcere dell’Umbria – commenta Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che, solo poco tempo fa aveva denunciato il grave problema dei detenuti psichiatrici ospitati nelle carceri umbre, il cui numero è aumentato dopo l’accorpamento del provveditorato umbro a quello della Toscana.
“Non ci sono i numeri di poliziotti per far fronte alla sorveglianza dei detenuti con problemi psichiatrici e noi agenti non abbiamo neanche la formazione che è richiesta. La sorveglianza a vista di cui necessitano alcuni malati psichiatrici, dovrebbe essere fatta in infermeria e da personale qualificato che dovrebbe venire in carcere, invece è tutto in capo a personale penitenziario che si spende e fa l’impossibile per evitare conseguenze drammatiche, ma non è più possibile andare avanti in questo modo. E senza soluzioni reali, è sempre e solo la polizia a fare da carta assorbente alle criticità penitenziarie. E’ inconcepibile osservare inermi a questi episodi che ci coinvolgono e ci trasformano in un bersaglio per la popolazione detenuta”.